domenica 22 agosto 2010

DeLong sui deficit

Una critica alle parole di DeLong ci porta a riflettere sul come i "benefici" dei deficit di bilancio, ed il modello Keynesiano dietro di essi, possano essere davvero quello che serve all'economia anche durante un periodo economico "normale".

Una visione Austriaca della questione.
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di Robert P. Murphy


In un recente post del suo blog, l'economista della Berkeley Brad DeLong ha portato avanti l'idea aritmetica che "abbiamo bisogno di più deficit ora!". Da economista Austriaco ho naturalmente trovato la sua conclusione orribilmente errata, ma sarà meglio addentrarsi nelle argomentazioni di DeLong ed identificare esattamente dove si smarrisce.


Aritmetica Economica "Normale"

A suo favore, DeLong è sempre stato attento a differenziare il caso di "stimolo" deficitario ed i casi di depressione economica. In altre parole DeLong è d'accordo con i non-Keynesiani che durante normali circostanze i deficit nel bilancio del governo non stimolano la crescita economica, infatti sono controproducenti a meno che gli articoli specifici che sono comprati siano socialmente di valore. Scrive DeLong:

"In tempi normali uno stimolo per gli acquisti del governo o il taglio delle tasse produce un aumento limitato nella produzione e nell'impiego mentre aggiunge un sostanziale incremento al debito nazionale. L'aumento del debito alza i tassi d'interesse, il che esclude l'aumento della produttività nelle spese degli investimenti privati e, dollaro per dollaro, ci lascia più poveri dopo l'effeto dello stimolo.

I prestiti devono quindi essere finanziati ad un tasso d'interesse significativo e perciò pagati con tasse più alte, il che riduce le entrate con l'aumento del cuneo tra i premi privati ed i benefici sociali della produzione ampliata.

E' un business torbido."


Se non altro è un bene che gli oppositori dei deficit di governo abbiano ora la citazione qui sopra nella loro tasca posteriore. Una volta che l'economia esce fuori dalla cosidetta "trappola della liquidità" (come la definiscono i Keynesiani), avremo almeno l'autorità di Brad DeLong per risollevare i nostri appelli per un'immediato taglio nella spesa di governo.

Sfortunatamente perfino la spiegazione di DeLong sul perchè i deficit siano un male lascia dei dubbi, almeno dal punto di vista di un Austriaco. Osserviamo il suo esempio aritmetico:

"Consideriamo un aumento di 100$ miliardi per gli acquisti di governo o per il taglio delle tasse finanziati da un prestito estero. In un anno normale, la FED si preoccuperà dell'inflazione ed alzerà i tassi d'interesse per controbilanciare in qualche modo l'impatto inflazionistico dello stimolo fiscale. Il moltiplicatore sarà qualcosa come 0,4 -- spenderemo 100$ miliardi per acquisti di governo o tagli delle tasse e guadagneremo forse 40$ miliardi in produzione extra ed occupazione".


Già DeLong è su un terreno traballante. Qui e nel resto della sua discussione di questo esempio, DeLong non fa distinzione tra incremento della spesa e taglio delle tasse. In altre parole DeLong pensa che in tempi d'economia normali, la nazione guadagni "40$ miliardi in produzione extra ed occupazione" da un extra di 100$ miliardi per la spesa di governo o di 100$ miliardi per il taglio delle tasse.

Sicuramente dal punto di vista del benessere delle persone fa una grande differenza se i contribuenti possono trattenere 100$ miliardi dei loro soldi, in opposizione all'aggiunta di 100$ miliardi alla spesa del governo. Indipendentemente da come le spese del governo siano finanziate, esse necessariamente deviano risorse reali (lavoro, acciaio, benzina, ecc.) dagli usi del settore privato e le incanalano in progetti scelti dal governo.

Sebbene non abbia senso sommare la felicità totale delle varie persone, c'è un senso determinante quando 50,000,000 possessori di case spendono a loro volta 2,000$ su progetti che loro stessi scelgono, i quali rappresentano una produzione economica più proficua rispetto ai 100$ miliardi spesi dai burocrati.

E da notare, la differenza non è che i burocrati di governo sono una forma di vita inferiore rispetto agli individui del settore privato. Da un'analisi economica neutrale, dare i 100$ miliardi ai burocrati come retribuzione permetterebbe loro di comprare "100$ miliardi di ricchezza" in beni e servizi. Ma in qualità di burocrati comprare articoli per conto del governo degli Stati Uniti, ha incentivi differenti. Non c'è più la precondizione che il denaro venga speso solo su cose che (secondo il compratore) valgano più del denaro speso.

Ritorniamo a DeLong. Dopo aver spiegato i benefici dell'aumento di 100$ miliardi nel deficit di bilancio del governo federale, inizia a fare una lista dei costi delle azioni. Le prime due sono abbastanza chiare (l'incremento del debito nazionale ed i disincentivi dell'aumentare le aliquote d'imposta per pagare gli interessi più alti). Ma sono preoccupato di come DeLong tratta il terzo problema dei deficit più alti:

"Terzo, c'è un altro effetto. Il combattimento della FED contro l'inflazione, il che richiede un incremento dei tassi d'interesse, ridurrebbe gli investimenti. A causa degli acquisti per 100$ miliardi del governo, forse i 40$ miliardi di investimenti privati che sarebbero stati fatti, non lo saranno -- saranno esclusi. A causa del capitale sociale più basso, alcuni dei 4$ miliardi di entrate annuali che sarebbero stati guadagnati, non lo saranno. Così il costo netto dei 100$ miliardi della spesa di governo, sarà una riduzione delle entrate a disposizione degli americani per 7,4$ miliardi all'anno".


In primo luogo da notare come DeLong prende il risultato (standard) che un deficit del governo più grande porta a tassi d'interesse più alti. Non dice semplicemente che c'è un mercato per i fondi mutuabili e se il governo vi entra tentando di prendere in prestito più denaro, allora il prezzo del prestito (per esempio, il tasso d'interesse) salirà.

No, DeLong passa per un meccanismo a scatola nera dove i prestiti extra del governo:
  • (a) spingeranno in su l'inflazione nei prezzi, che poi
  • (b) farà rialzare i tassi d'interesse alla FED.

Questo è parte del problema con l'economia Keynesiana. E' vero in certe circostanze può sputare una risposta che è ragionevole -- come in questo caso, dove DeLong concorda che un deficit di governo non potrebbe essere giustificato. Ma se l'analisi stessa è rozza, allora non dovremmo essere sorpresi che spesso il modello Keynesiano sputa risposte sbagliate -- il che lo vedremo nella prossima sezione.

Nello specifico il problema con la struttura di DeLong è che lui tratta i tassi d'interesse come qualcosa che la FED possa controllare a piacere e la cui funzione sia principalmente quella di amministrare l'inflazione dei prezzi. Ciò è un criterio molto comune in economia, che non può essere messo in discussione.

Per vedere perchè questo è uno strano modo di procedere, modifichiamo l'esempio. Supponiamo che il governo spenda i 100$ miliardi specificamente in petrolio, per aggiungerlo alla Riserva Strategica di Petrolio. Allorchè DeLong direbbe: "A causa degli immensi nuovi acquisti del governo la produzione e l'occupazione nell'industria petrolifera si allargherà, il che farà crescere l'economia. Comunque per controbattere l'aumento del prezzo della benzina per gli automobilisti, la FED dovrebbe iniziare a fare massicci acquisti di futures del grano in modo da alzare il prezzo del pane. Il prezzo più alto del cibo costringerà i consumatori a ridurre i loro acquisti di benzina, facendo così diminuire il prezzo in quel settore e compensando parzialmente lo stimolo del governo".

A proposito, non spendete troppo tempo a capire il senso "logico" del periodo precedente. Non ne ha, ed è questo il mio punto -- questo invece è come dovrebbe essere la cosa, quando qualcuno ci dice: "Il governo, prendendo in prestito molto denaro, farà aumentare la spesa totale ma inizierà anche a far salire i prezzi, quindi abbiamo bisogno che la FED alzi i tassi d'interesse per ridurre la spesa totale e per sgonfiare i prezzi".

Un'ultima osservazione su questo argomento: il deficit di governo non è l'inflazione (dei prezzi). Quando il Tesoro vende 100$ miliardi di nuovi bond e spende denaro, ciò significa che ci sono 100$ miliardi in meno nelle tasche del settore privato. Allo stesso modo se prendo in prestito 100$ da un mio amico per andare a fare la spesa, questa azione non farà alzare "il livello dei prezzi". Ho 100$ in più da spendere, ma il mio amico avrà 100$ di meno.

Ora è vero, c'è un briciolo di verità nell'analisi di DeLong. Un Austriaco potrebbe dire qualcosa del genere: quando il Tesoro ha un deficit più alto, incrementa la domanda per fondi mutuabili e ciò tenderebbe a far aumentare i tassi d'interesse. Se la FED non vuole che i tassi d'interesse salgano, "può monetizzare" il nuovo debito creando denaro dal nulla ed acquistando magnifici bond del Tesoro, così da far aumentare l'offerta dei "risparmi" per controbilanciare perfettamente la domanda aumentata del governo per i risparmi stessi. Il nuovo denaro tenderà ovviamente a causare inflazione nei prezzi.

Così in questo modello (Austriaco) è vero che se il Tesoro incrementa il suo prestito, e la FED non vuole che ne risulti un'inflazione nei prezzi, permetterà quindi ai tassi d'interesse di salire astenendosi dal creare nuovo denaro. Ad un certo livello questa spiegazione è simile a quella di DeLong, in cui il prestitto del governo spingerà l'inflazione dei prezzi in su finchè non entra la FED ad alzare i tassi d'interesse.

Anche così le attuali meccaniche sono differenti per due motivi ed è importante sapere ciò che sta accadendo realmente. Nella prossima sezione vedremo cosa può andare storto quanso si usa il modello Keynesiano.


"Depressione" Economica Aritmetica

Dopo l'appurazione che i deficit non sono la cura per tutti i mali in circostanze normali, DeLong aggiunge:

"Ma proprio ora quella aritmetica non si applica. Abbiamo invece una depressione economica aritmetica. E nella depressione economica aritmetica le cose sono molto diverse.

Primo, maggiore spesa di governo non porta la FED ad alzare i tassi d'interesse per combattere l'inflazione. La FED ha sospinto i tassi d'interesse a terra e desidera poterli portare nel seminterrato -- a -5% all'anno o qualcosa di simile. Così il moltiplicatore per la spesa di governo non sarà più 0,4 ma di più un 1,5. Non prenderemo più 40$ miliardi in produzione addizionale ed occupazione dai 100$ miliardi; ma qualcosa più vicina a 150$ miliardi. E non ci sarà più nessuna esclusione per gli investimenti privati; al contrario, c'è la probabilità che saranno inclusi. Se un terzo della produzione extra fluisce attraverso i profitti aziendali e se un quarto di questi profitti aziendali extra sono poi investiti in progetti pagando, come un a pre-tassa, un tasso netto di redditività effettivo dell'8% all'anno, allora la produttività futura è stimolata a livello di 1$ miliardo l'anno".


Ecco ora vediamo il problema gigante nel trattamento dei tassi d'interesse non come un prezzo di sostegno per coordinare le preferenze dei consumatori e le decisioni dei produttori in una struttura intertemporale, ma piuttosto come una leva con cui accelerare o frenare "l'economia". Di nuovo, per vedere quanto bizzarro ciò sia, supponiamo di usare al posto dei tassi d'interesse i prezzi del carburante. Dopo tutto non farebbero sentire la maggior parte delle persone più ricche e non stimolerebbero la maggior parte del business, se la FED potesse portare il petrolio ad 1$ al barile proprio ora? (è vero, ciò potrebbe devastare alcuni individui associati con l'industria del petrolio, ma lo 0% nei tassi d'interesse stanno devastando i risparmi delel persone proprio ora).

Molti economisti vogliano (lo spero!) accorgersi che ciò distorcerebbe massicciamente l'economia, se la FED abbasserebbe in qualche modo i prezzi del petrolio (la FED potrebbe farlo, almeno per un pò, comprando petrolio al prezzo corrente e poi vendendolo ai distributori americani ad 1$ al barile. La perdita non sarebbe un problema, perchè la FED può creare dollari dal nulla. E' vero, ciò potrebbe sembrare una politica sconsiderata per "stimolare" l'economia, ma ancora una volta è così).

E' inutile provare a nuotare nei calcoli di DeLong, perchè sono senza senso. Sta parlando di dollari e centesimi senza nessun riferimento all'attuale produzione di beni e servizi reali. Questa enfasi non è causata dalla trascuratezza di DeLong; scaturisce semplicemente dalla sua fiducia nel modello Keynesiano.

In un precedente articolo ho evidenziato problemi specifici con (un differente esempio del)la gestione dello stimolo secondo DeLong. In questo caso mi sembra uno sforzo sprecato. Anche se il discorso di DeLong è internamente consistente, rimane ancora nelle sabbie mobili da un punto di vista Austriaco.

Sebbene faccia giochi di prestigio con differenti fattori, il punto cruciale del discorso di DeLong sembra essere questo: durante tempi normali, il deficit nella spesa del governo spinge in su i tassi d'interesse (a meno che la FED non li monetizzi, il che causerebbe inflazione nei prezzi). Così ogni tentativo del governo di stimolare la domanda aggregata porta ad un rialzo dei tassi d'interesse, il che riduce la domanda aggregata e così per lo più controbilancia i benefici dello stimolo.

Al contrario, durante una depressione, il deficit nella spesa di governo non spinge in su i tassi d'interesse, perchè si troveranno ad essere vicini allo zero in ogni occasione. Perciò l'attuale stimolo per la domanda aggregata non è controbilanciato dall'ascesa dei tassi d'interesse, e la produzione extra d'oggi è ottenuta con poca spesa.

Per ripetere, il problema qui è il fulcro Keynesiano sugli aggregati di macroeconomia come la "spesa totale" in opposizione alla microeconomia dei prezzi relativi -- e lo schieramento di risorse scarse verso la produzione di quei beni e servizi che soddisfano le preferenze del consumatore.

Il tasso d'interesse è un prezzo; significa davvero qualcosa. Se le persone decidono di risparmiare di meno ed i tassi d'interesse salgono, non è "male" ma semplicemente annuncia una nuova situazione. Allo stesso modo se le persone decidono di comprare meno patatine e più tofu, allora i prezzi di mercato hanno bisogno di aggiustarsi per comunicare questo fatto alle persone a cui interessa.

DeLong prende per assodato che proprio ora i tassi d'interesse dovrebbero essere approssimativamente al -5%, ma ciò è il risultato del suo modello Keynesiano. Di fatto noi non sappiamo realmente quale sarebbe stata la struttura a termine dei tassi d'interesse, se Bernanke si fosse fatto da parte ed avesse lasciato che AIG ed alcune altre grandi banche fossero crollate a settembre del 2008.

In altre parole noi non sappiamo con sicurezza che i titoli del Tesoro senza l'intervento massiccio della FED avrebbero avuto attualmente così bassi rendimenti, il che è l'intera base del discorso di DeLong. Di fatto l'apparente scopo del "quantitative easing (alleggerimento quantitativo)" dell'anno scorso da parte della FED, era per abbassare i rendimenti a lungo termine dei titoli del tesoro. Quindi è alquanto bizzarro puntare ai rendimenti a lungo termine come prova che trilioni di dollari di deficit oggi non stanno distorcendo il libero mercato.


Conclusione

Talvolta i Keynesiani offrono un suggerimento di come sia fisicamente possibile che i deficit nel budget del governo possano stimolare i reali standard di vita della comunità: mettendo risorse inattive in funzione, più "cose" in totale saranno prodotte. In un precedente articolo ho specificamente affrontato questo argomento Keynesiano.

Il recente discorso aritmetico di Brad DeLong sui deficit di governo più grandi è imperfetto su molti punti. Tratta la spesa di governo alla stregua della spesa di una famiglia ed il suo concentrarsi sugli aggregati gli impedisce di guardare alla funzione coordinativa dei tassi d'interesse. In conclusione, egli offre una spiegazione insufficiente sul come i politici, prendendo in prestito un extra di 100$ miliardi da spendere in qualsiasi cosa, possano far arricchire l'intero paese.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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