martedì 15 giugno 2010

La "coltura" scolastica

La scuola, quintessenziale luogo di indottrinamento e di creazione di nuovi zombie pronti ad adorare e portare avanti il culto gerarchico del sistema.

L'educazione pubblica si è sostituita alla forza bruta penetreando furtivamente e sinistramente nelle coscienze dei ragazzini, creando un circolo perfetto di false (uniche) verità ed un sistema (quasi) perfetto di adorazione del potere.

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di Per Bylund


L'argomento comune nel movimento libertario contro le scuole pubbliche è il loro sostanziale fallimento nell'educazione dei nostri figli. Ora, in accordo con suddetta frase, l'educazione pubblica è nientemeno come qualsiasi altro business monopolizzato: costoso, iniefficente ed incapace di fornire i servizi necessari e richiesti.

E' la realtà, l'educazione pubblica non funziona. Ma la prova di ciò non sono le migliaia di studenti che nonostante abbiano passato nove o dodici anni di insegnamenti, non sono ancora in grado di leggere o scrivere. La prova del fallimento dell'intero sistema scolastico (non solo le scuole pubbliche ma anche quelle private che operano in un ambiente controllato e concessionato dai governi) è l'esiguo numero di liberi pensatori che scappano dal lavaggio del cervello dei piani della scuola centralizzata.

Tale fatto può essere ignorato dagli entusiasti sostenitori della scuola pubblica, ma è tuttavia il più importante. Si, le scuole pubbliche e controllate dallo Stato falliscono nell'educazione dei nostri figli poichè viene insegnato loro ciò che il potere vuole sia insegnato. Ma il sistema scolastico statale non è inteso principalmente a distribuire conoscenza a chi non ne ha ed agli ignoranti, è inteso soprattutto ad inculcare una serie di valori e credenze dai quali la classe dirigente trae benefici.

La forma ovviamente è un fallimento, ma ciò ancora non comporta un valido argomento contro il controllo politico della scuola e dell'educazione. Problemi e manchevolezze, almeno secondo il sentore comune della situazione, possono essere risolti attraverso l'investimento di più soldi delle tasse al fine di aumentare gli insegnanti nelle scuole. Questa logica non è tanto male, anche se essenzialmente trascura ciò che noi conosciamo dell'organizzazione e produzione economica. Se il problema può essere attribuito al non avere un numero sufficiente di (mette ciò che volete qui) disponibili, allora più soldi dovrebbero risolvere questa "mancanza".

Non ha senso dire che la soluzione a qualcosa che non soddisfa appieno le nostre aspettative, in cui c'è una certa mancanza di risorse per adempiere gli scopi, risieda nell'abolire l'intero sistema. Generalmente le persone non la pensano così -- se qualcosa non funziona perfettamente allora un piccolo sforzo/un pò più di soldi/un altra possibilità e potrebbe funzionare. Nessuno prenderebbe una macchina dallo sfasciacarrozze che non parte -- prima si cercherebbe di aggiustarla.

Ed è ciò che abbiamo fatto per la scuola pubblica e per il sistema educativo pubblico per un pò, ma ancora non funziona. Però tale sistema non è usufruito dalle stesse persone, sono cambiate -- le persone che si ritrovano a fronteggiare i problemi odierni, non sono le stesse di dieci anni fa. Quindi dovremmo essere capaci di risolvere il problema dell'educazione, è stato detto, semplicemente investendo un pò più di soldi oppure affibiandogli qualche altra legge. Solo un pò più di soldi era la soluzione di dieci anni fa. Questa logica non era del tutto fallace.

Ma consideriamo le cose da un altro punto di vista: cosa ne è di quegli studenti che hanno appreso ciò che le scuole solgono insegnare? In mezzo a quegli studenti è giusto dire che molti di loro erano differenti, con diversi pensieri, con diverse esperienze, con diversi valori, prima di iniziare il cammino scolastico. Ciò risulta vero anche dopo nove o dodici anni di insegnamento? Molto spesso la risposta a questo quesito è "no".

Chiedete a chiunque di loro circa la democrazia, i diritti, lo Stato...è chiaro che qualcosa di strano gli è successo. Molti di loro, come scrissi in ques'altro articolo, ciecamente ripetono il dogma della nostra era: la democrazia è superiore, la democrazia è l'unico sistema buono in una società, la democrazia funziona, la democrazia rappresenta ogni diritto degli uomini e delle donne. Ma cos'è la democrazia? Molte persone sono incapaci di rispondere -- "Ha qualcosa a che fare col voto".

L'eterogeneità delle credenze dei bambini che vanno a scuola all'età di sei o setti anni (o qualsiasi altra età) sono dei refusi non rintracciabili negli stessi identici ragazzi dopo nove o dodici anni di educazione scolastica. Certamente ci saranno differenze nei punti di vista politici, ma queste diversità sono semplicemente una questione di "di quanto ulteriore Stato abbiamo bisogno"; mai l'opposto e la fatidica domanda Perchè? non è mai considerata o posta.

Quindi il sistema scolastico essenzialmente ha adempito ai suoi compiti -- dovrebbe essere ovvio ormai. Ma non ha funzionato così per tutti (almeno) -- ci sono alcune persone che intraprendono il quasi infinito cammino "educativo" finendolo senza cambiare quello che erano, eccetto il fatto che hanno imparato a leggere e scrivere. Quest'ultimi tentano in qualche modo di mantenere vivi i propri pensieri e valori, sviluppando le proprie idee di come il mondo dovrebbe finzionare senza essere pesantemente influenzati dal sistema scolastico statale.

Questo è il vero fallimento del sistema scolastico, e questo fallimento è la ragione per cui i politici vogliono rendere l'educazione pubblica "migiolre". I liberi pensatori, se volete, non solo sono l'evidenza che tale sistema non è a prova di proiettile, ma anche la realtà che nonostante l' "educazione" hanno conservato il proprio cervello e mostrano ciò additando gli orrori della scuola pubblica.

L'ultimo è il più importante argomento su cui mettere l'accento. "Cosa dire dei liberi pensatori?" Com'è che non c'è una via di mezzo tra gli acclamatori della grande macchina democratica e i liberi pensatori? Com'è che non c'è molta diversità di valori ed opinioni? Perchè ci sono così poche persone che pongono la fatidica domanda "Perchè"?

Non c'è dubbio che l'educazione pubblica, sia che le scuole siano controllate direttamente o indirettamente dallo Stato, in tutto l'occidente ed in alcune altre parti del mondo ha fallito. Ma il fallimento non solo è evidente in quelle poche persone che non vogliono o non hanno bisogno dell'educazione scolastica, oppure in quella minoranza che ha più bisogno d'aiuto di altri a capire cose che la maggior parte delle persone reputa "estremamente importanti". Il vero fallimento è portato dalla presenza dei cosidetti liberi pensatori, la cui esistenza non è altro che una minaccia ai governi -- è anche un efficente esempio per far capire a tutti cosa sono le scuole statali.

Ciò che dobbiamo realmente fare è porre le giuste domande.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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