mercoledì 13 settembre 2017

La presunzione fatale di Mario Draghi





di Thorsten Polleit


Il 23 agosto 2017 il presidente della Banca Centrale Europea (BCE) ha tenuto un discorso intitolato “Connecting research and policy making” a Lindau, Germania.[1] Ciò di cui Draghi ha parlato in questa occasione — e soprattutto quello di cui non ha parlato — è stato abbastanza rilevante.

Mancava l'analisi delle cause dell'ultima crisi economica e finanziaria. Si aveva l'impressione che la crisi fosse arrivata inaspettata. Non si menziona il ruolo delle banche centrali, i produttori monopolistici del denaro cartaceo (o fiat).

Non una parola sulle banche centrali che per molti anni hanno manipolato i tassi d'interesse — accompagnato da un eccessivo aumento del credito e dell'offerta di moneta — causando un "boom" insostenibile. Quando è arrivato il bust — innescato dalla diffusione della crisi subprime statunitense — sono venute a galla le brutte conseguenze di questa politica monetaria.

Durante il bust molti governi, banche e consumatori nell'area dell'Euro si sono ritrovati finanziariamente stressati. Le economie dell'Europa meridionale non solo soffrivano di investimenti improduttivi su larga scala, ma si trovavano anche in una situazione in cui avevano perso la loro competitività.

Draghi, però, non si è occupato di tali dettagli. Invece ha fatto sapere al suo pubblico di come la BCE abbia perseguito una politica di "soluzione alla crisi": senza le azioni audaci della BCE, l'area dell'Euro sarebbe caduta in depressione, o peggio.

Lodare questa linea di argomentazione sarebbe come lodare uno spacciatore di droga che fornisce al tossicodipendente (che è diventato tale a causa sua) un'altra dose. Il consumo ripetuto di droga danneggia il tossicodipendente. Chi applaudirebbe di fronte agli effetti della droga? Allo stesso modo: sarebbe opportuno lodare l'azione della BCE?

Draghi si presenta come un presidente abbastanza modesto e intellettualmente "non dogmatico", sottolineando l'importanza delle intuizioni prodotte dalla ricerca economica per la realizzazione della politica monetaria reale. Ma tale approccio non è scientificamente imparziale.



I metodi difettosi di Draghi

La ricerca economica di oggi — come viene perseguita e insegnata dagli economisti mainstream — poggia su un metodo scientifico che viene preso in prestito dalle scienze naturali e si basa sul positivismo, sull'empirismo e sulla falsificazione.[2] Questo approccio, utilizzato nell'economia, non solo soffre di incongruenze logiche, il suo scetticismo e il relativismo incorporato hanno infatti lasciato perdere l'economia.

Sotto l'influenza del positivismo-empirismo-falsificazione la teoria economica — in particolare la teoria monetaria e la teoria dei mercati finanziari — è diventata il supporto intellettuale delle banche centrali, legittimando l'emissione di denaro fiat, la manipolazione del tasso d'interesse, l'idea di rendere "più sicuro" il sistema finanziario attraverso la regolamentazione.

In questo senso, Draghi elogia in particolare l'indipendenza delle banche centrali. Ci si chiede come possa essere accettata questa tesi, soprattutto in considerazione del fatto che le banche centrali hanno causato la grande crisi.



Gli amici della banche centrali

Perché non c'è quasi nessuna opposizione alle tesi di Draghi? Ebbene, un gran numero di esperti di politica monetaria — provenienti principalmente da università e istituti di ricerca sponsorizzati dallo stato — tende ad essere dei sostenitori delle banche centrali. La maggior parte di loro non troverebbe alcun difetto, economico o etico, nella struttura di questi istituti pubblici.

Questi cosiddetti "esperti di politica monetaria", che dedicano così tanto tempo ed energie a diventare e rimanere esperti di politica monetaria, accettano senza esitazione e senza riserve i principi sui quali si basa il settore bancario centrale: il monopolio sul denaro fiat e tutte le misure per affermarlo e difenderlo.

Il risultato di una simile mentalità è il seguente: "Una volta stabilito l'apparato, il suo futuro sviluppo sarà modellato da ciò che quelli che hanno scelto di servirlo considerano come le sue necessità".[3] Così F. A. Hayek spiegò l'irrefrenabile natura espansiva di un'agenzia monopolistica come la banca centrale.

Gli esperti, che accolgono appieno le esigenze dello stato e delle banche, renderanno la politica monetaria sempre più complessa e incomprensibile al grande pubblico. Basti pensare alle abbreviazioni confuse che la BCE utilizza, come ad esempio, APP, QE, CBPP, OMT, LTRO, TLTRO, ELA ecc.[4] In questo modo i banchieri centrali si emancipano efficacemente dal controllo pubblico e parlamentare.



La BCE ha violato il suo mandato?

Pertanto non sorprende quando Draghi acclama le "misure finanziarie non convenzionali", come il quantitative easing attraverso il quale la banca centrale sovvenziona, in particolare, gli stati e le banche commerciali in difficoltà finanziarie. Ma Draghi non si ferma qui, perché suggerisce che la politica monetaria dovrebbe scuotere le ultime restrizioni che ostacolano la discrezione del policymaker:

Mentre il mondo cambia, come accaduto dieci anni fa, le politiche, in particolare la politica monetaria, devono essere adeguate di conseguenza. Tale aggiustamento, non facile, richiede una valutazione onesta e priva di pregiudizio riguardo le nuove realtà, senza che essa sia gravata dalla difesa di paradigmi precedenti che hanno perso qualsiasi potere esplicativo.

Ha espresso queste osservazioni per un motivo: la Corte Costituzionale tedesca ha scoperto che gli acquisti di obbligazioni statali da parte della BCE violano la legislazione dell'UE e ha chiesto alla Corte di Giustizia Europea di pronunciarsi in merito. I giudici tedeschi dicono che gli acquisti di obbligazioni da parte della BCE violano il mandato della banca centrale ed inibiscono le attività dei membri dell'area Euro.

La questione è senza dubbio delicata: se alla BCE viene vietato di acquistare obbligazioni statali (per non parlare dell'inversione degli acquisti), l'area dell'Euro finirà in grossi guai: molti stati e banche commerciali potrebbero trovare grosse difficoltà a ripagare il loro debito maturante ed accendere nuovi prestiti a tassi d'interesse accessibili. Il progetto dell'Euro si sfalderebbe rapidamente.

Senza una politica monetaria con tassi d'interesse ultra bassi e salvataggio dei mutuatari in difficoltà, stampando nuovi soldi (o promettendo di farlo, se necessario), il progetto dell'Euro sarebbe già andato in bancarotta. Finora la BCE ha nascosto il fallimento della creazione e gestione di una singola valuta fiat.

La questione cruciale in questo contesto è la seguente: che cosa è cambiato nell'economia negli ultimi dieci anni? Purtroppo gli economisti che seguono la dottrina del positivismo-empirismo-falsificazione, si sentono incoraggiati a mettere in discussione, persino a rifiutare, l'idea che esistano leggi economiche immutabili, preferendo la nozione che le «cose cambiano» e «tutto è possibile».

Tuttavia l'economia ci dice che ci sono le leggi immutabili dell'azione umana. Ad esempio, un aumento della quantità di denaro non rende più ricca l'economia, riduce semplicemente l'utilità marginale dell'unità monetaria, riducendo così il suo potere d'acquisto; o sopprimere il tasso d'interesse attraverso le poolitiche della banca centrale provocherà investimenti improduttivi e cicli di boom/bust.

In altre parole: l'economia ci dice che i banchieri centrali non perseguono un bene superiore. Svalutano la valuta; ridistribuiscono la ricchezza; forniscono vantaggi ad alcuni gruppi a scapito di altri; aiutano lo stato ad espandersi a scapito della libertà individuale; fanno sì che le persone si indebitino sempre di più.

Quello che i banchieri centrali fanno realmente, è generare un "caos pianificato". Purtroppo i danni che essi creano — come ad esempio l'inflazione, la speculazione selvaggia, la recessione, la disoccupazione di massa e così via — vengono attribuiti regolarmente ed erroneamente al libero mercato, scoraggiando ed erodendo la fiducia delle persone nell'iniziativa privata e nella libera impresa.

Il fallimento di tale interventismo — di cui la politica monetaria della banca centrale è un esempio per eccellenza — non fa demordere i suoi sostenitori. Al contrario: si sentono incoraggiati a perseguire il loro credo interventista con maggiore ardore ed aggressività. Draghi ne è l'esempio lampante quando nel luglio 2012 ha detto:

"Penso che l'euro sia irreversibile" e "la BCE è pronta a fare tutto quello che serve per preservare l'euro; e credetemi, sarà sufficiente".[5] L'avvertimento di Hayek nel suo libro, Fatal Conceit (1988), è rimasto inascoltato:" Il curioso compito dell'economia è quello di dimostrare agli uomini quanto poco conoscano ciò che immaginano di poter progettare".[6]

Il discorso di Draghi non dovrebbe convincerci che la politica monetaria si basa su fondamentali economici sani, o che la BCE lavora per un bene superiore. Dimostra invece che l'economia è stata deformata per soddisfare le esigenze dello stato e della sua banca centrale.

Continuare a sostenere l'euro comporterà una ridistribuzione coercitiva della ricchezza tra le persone, all'interno e oltre i confini nazionali, in una misura storicamente senza precedenti. In quanto strumento di una politica anti-democratica, la moneta unica europea rimarrà una fonte di conflitti interminabili, di ingiustizie e divorerà la prosperità dei popoli.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Si veda Draghi, M., The interdependence of research and policymaking, speech at the Lindau Nobel Laureate Meeting, Lindau, Germany, 23 agosto 2017.

[2] Per un'analisi critica si veda Hoppe, H.-H. (2006), Austrian Rationalism in the Age of the Decline of Positivism, in: The Economics and Ethics of Private Property. Studies in Political Economy and Philosophy, 2nd edition, Ludwig von Mises Institute, Auburn, US Alabama, pp. 347 – 379.

[3] Hayek, F. A. v. (1960), The Constitution of Liberty, The University of Chicago Press, Chicago, p. 291.

[4] APP = Asset Purchase Programme, QE = quantitative easing (issuing new money by purchasing bonds), CBPP = Covered Bond Purchase Programme, OMT = Outright Monetary Transactions, LTRO = Long-term Refinancing Operations, TLTRO = Targeted Long-term Refinancing Operations, ELA = Emergency Liquidity Assistance.

[5] Draghi, M., Verbatim of the remarks made by Mario Draghi, speech held at the Global Investment Conference in London, 26 luglio 2012.

[6] Hayek, F. A. v. (1988), Fatal Conceit: The Errors of Socialism, edited by W. W. Bartley, III, Routledge, London, p. 76.

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