lunedì 18 aprile 2016

Abbiate fede: i nostri opponenti sono imbecilli dal punto di vista economico





di Gary North


Non ho mai avuto molta pazienza. Suppongo che questo sia uno dei miei difetti caratteriali.

Non sopporto gli sciocchi. Suppongo che questo sia un altro dei miei difetti caratteriali.

Uso una retorica forte per affrontare gli imbecilli dal punto di vista economico. Questo non lo considero uno dei miei difetti caratteriali. Lo considero uno dei miei punti di forza.



IMBECILLI DAL PUNTO DI VISTA ECONOMICO

Tutto intorno a noi ci sono imbecilli dal punto di vista economico. Li troviamo nei principali dipartimenti d'economia delle università. Li troviamo sui siti dei media finanziari. Certamente li troviamo nel Congresso. Soprattutto, li troviamo nel Federal Open Market Committee. Queste persone credono che una commissione governativa piena di burocrati di ruolo, sia meglio equipaggiata per risolvere i problemi economici rispetto al libero mercato.

Sono davvero imbecilli dal punto di vista economico. Possono avere un QI che abbia permesso loro di superare l'università o la scuola di specializzazione. Ma quando si tratta di comprendere causa ed effetto, sono imbecilli. Non capiscono d'esserlo. Ripetono i cori che li circondano.

Perché gli imbecilli dal punto di vista economico hanno un seguito? Perché gli elettori vogliono disperatamente giustificare il fatto che hanno usato lo stato, e in particolare il governo federale, per confiscare la ricchezza gli uni dagli altri. Vogliono credere in cuor loro che stanno facendo la cosa moralmente giusta quando danno licenza d'inviare un gradasso con un distintivo e una pistola per dire al cittadino sfortunato "o sganci i soldi, oppure andrai in prigione." Esiste un intero sistema politico ed economico che si basa su quest'analisi, su questa minaccia.

Chi si basa su questo tipo d'immoralità intellettuale, non è un giudice affidabile su un qualsiasi tipo d'argomento. Quando questa persona va in cerca del famigerato "consiglio degli esperti" per giustificare un furto, è probabile che troverà solo logici di terz'ordine che non riescono a seguire una catena di ragionamento e che tessono le lodi del furto organizzato.

S'inizia con un problema morale. S'inizia con una violazione del comandamento "non rubare". La civiltà moderna si basa su una violazione sistematica di questo comandamento.

Oggi la stragrande maggioranza degli elettori è convinta che l'ordine economico presente non violi affatto questo principio. Praticamente tutti i pastori nei pulpiti ne sono convinti. Non predicano contro il furto organizzato del keynesismo moderno. Non pensano che sia parte della loro vocazione evidenziare le ovvie implicazioni etiche del sistema statale, il quale costringe le persone a sostenere altre persone solo perché queste ultime non vogliono trovare un lavoro.

O forse queste altre persone vogliono trovare un lavoro, ma scoprono che la concorrenza al di fuori del paese è difficile d'affrontare. Quindi invitano gli imbecilli dal punto di vista economico affinché facciano propaganda in favore delle barriere commerciali alle merci importate. Fortunatamente su questa particolare questione ci sono un numero limitato d'imbecilli dal punto di vista economico con una certa influenza, e non ce ne sono stati molti sin dagli inizi del XIX secolo. Da Adam Smith fino a Murray Rothbard, gli economisti che hanno compreso causa ed effetto si sono opposti alle barriere commerciali. Quindi coloro che sentono d'avere il diritto d'impedire agli stranieri di competere contro di loro, devono fare appello agli imbecilli dal punto di vista economico.

Suppongo che non dovrei usare una retorica forte. La frase "imbecilli dal punto di vista economico" è retorica forte, ma queste persone lo sono davvero. Non riescono proprio a capire causa/effetto e l'analisi economica. Questo è il motivo per cui a loro non piace l'economia della Scuola Austriaca. È per questo che la maggior parte di loro favorisce la banca centrale. È per questo che favoriscono l'intervento statale nell'economia. La loro reazione istintiva ad ogni problema è quella di chiamare in causa lo stato affinché approvi una legge, istituisca una burocrazia e mandi persone con distintivi e pistole a dire agli altri cosa fare. Per queste persone tutto ciò rappresenta un modo di vivere. Lo è anche per gli economisti di corte che sono sul libro paga dello stato nelle università finanziate con le tasse.



PESSIMA ETICA E RISULTATI DOLOROSI

Se non ci fossero tratti auto-distruttivi nel carattere morale delle istituzioni attuanti il furto organizzato, non credo che saremmo riusciti a vincere la battaglia. Se fosse solo una questione di buoni argomenti e cattivi argomenti, non credo che avremmo potuto vincere. L'interesse personale è davvero dominante. Questo è ciò che c'insegna l'analisi economica, e io ci credo in questo principio.

Ma l'interesse personale per conto del furto organizzato è fuori luogo. Fortunatamente il libero mercato possiede una serie efficace d'anticorpi. Quando gli individui utilizzano la violenza o la minaccia della violenza per interferire con i processi di mercato, non prendono in considerazione le conseguenze di lungo termine. Col tempo pagheranno dazio. Ci sarà un Grande Default. Ci sarà qualcosa che sconvolgerà la vita di quegli elettori, così come quella delle loro vittime, che votano a favore dell'espansione degli stati nella vita dei cittadini.

I difensori del furto organizzato negano che ci possano essere sanzioni negative per quella società che segue queste pratiche, ma, come ho detto, tali difensori sono imbecilli dal punto di vista economico.

Se le idee errate e una pessima etica non avessero prodotto cattivi risultati, la tesi a favore della libertà non sarebbe mai decollata. La gente l'avrebbe semplicemente ignorata. Ma in realtà esistono sanzioni negative che produrranno disastri in quelle società che estendono l'influenza e il potere del governo civile ai processi di mercato. La popolazione rimarrà stupita quando queste sanzioni arriveranno. Milioni di elettori andranno in cerca di risposte. In tal periodo di confusione, costernazione ed enormi perdite di capitale, verranno distrutti i sogni e i programmi di generazioni di ladri compiacenti, e i ladri vorranno sapere come sia successo.

Credo che il successo del film, The Big Short, sia indicativo dell'opportunità che ci attende. Il film non parla del Federal Reserve System, ma di certo parla dei banchieri, dell'avidità e del fatto che lo stato non abbia fatto nulla per proteggere le vittime. Quando arriverà per davvero il "big short", i difensori della libertà avranno l'opportunità d'entrare nell'arena competitiva delle idee. Avremo questo vantaggio: non siamo imbecilli dal punto di vista economico. Siamo capaci di seguire causa ed effetto. Siamo capaci d'esprimere queste idee senza ricorrere a formule arcane. Siamo capaci di parlare una lingua comprensibile. La maggior parte dei nostri avversari non ha queste capacità. Non sono capaci di farsi capire dalla popolazione in generale.



UNA BATTAGLIA DI SLOGAN

I keynesiani non hanno l'equivalente di questo slogan: "Non esiste qualcosa come un pasto gratis." Questo è uno slogan potente. Lo è anche questo: "Non si può ottenere qualcosa in cambio di niente." Anche quest'altro: "Se sembra troppo bello per essere vero, probabilmente lo è." E anche quest'altro: "L'onestà è la miglior politica." Ma, sopra tutti gli altri, c'è questo: "Non rubare".

I keynesiani hanno questo slogan: "Vengo in nome dello stato e sono qui per aiutarvi." L'intero comparto teorico del keynesismo si basa su questo slogan.

Questo è il motivo per cui val la pena difendere la libertà. Anche quando la stragrande maggioranza degli elettori non vuole ascoltare le argomentazioni, dobbiamo continuare a proporle. Dobbiamo continuare ad evidenziare che ci saranno terribili ripercussioni quando si viola il principio dello scambio volontario. Non veniamo ascoltati, tranne che durante le crisi. Ho buone notizie. Ci saranno un sacco di crisi durante le quali verremo ascoltati.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


5 commenti:

  1. Dobbiamo avere fede? Per ora abbiamo FED.

    Il problema è tutto nella mente della stragrandissima maggioranza dei 7 miliardi di individui che vivono su questo pianeta. E' dal tempo della nascita dello stato-nazione che si è fatto strada il mito del "primato della politica". Ed ora, in vista dell'imposto superamento del concetto di nazione, ma non di apparato statale benevolo e salvifico, il mito prosegue imperterrito.
    Dove sta l'economia come libera interazione tra gli individui? E' ridotta a politica top-down perseguita con altri mezzi. Così come qualsiasi altro aspetto dell'interazione umana.
    North dice che il Sole dell'avvenire è al tramonto. E che le sorti magnifiche e progressive saranno tragiche e nefaste. E che chi si aspetta libertà, uguaglianza e giustizia sociale dalla gestione politica di tutto, resterà deluso.
    Tuttavia, nel breve-medio termine, mi aspetto, "tra scroscianti applausi", l'ascesa ulteriore di una sorta di fascismo corporativo 2.0 su scala molto evoluta ed imposto in maniera asfissiante.

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    1. Purtroppo, Dna, credo tu abbia ragione. Ritengo che North veda la fine della storia, ma il suo sforzo equivale a raccontare una storia partendo dall'inizio e poi saltando subito alla conclusione. Comunque, comprendo il suo sforzo. La pianificazione centrale è noiosa. Si vuole saltare subito alla conclusione, ed è per questo che spesso ci sono lettori che vogliono sapere "quando" finirà questo supplizio. Probabilmente può aiutarli ad essere consapevoli che questa storia avrà un lieto fine. Ma il rovescio della medaglia è la possibilità che ignorino quello che accadrà a metà del racconto. C'è il rischio che smettano di combattere poiché a conoscenza del finale e quindi fiduciosi nel lieto fine. Le cose, purtroppo, non stanno così, perché la pianificazione centrale può aggiungere altre pagine prima che questo dramma possa esalare il suo ultimo respiro. È per questo che ritengo inutile discutere del "quando" ogni volta che i lettori chiedono di rispondere a tale domanda. Chiunque voglia sapere quando questa storia finirà, sta, nell'effettivo, alzando bandiera bianca.

      Un assaggio di quanto appena detto lo troviamo in questo articolo del Sole24Ore, poiché rappresenta un monito allarmante di un'economia ancor più intorbidita: Il presidente di Panama: aderiremo all’iniziativa Ocse per la trasparenza.

      Prendere sottogamba notizie simili, poiché consapevoli che "alla fine il libero mercato vincerà", è sbagliato. I polli vengono spinti dentro un unico pollaio per essere spennati. La sottile ironia è che la retorica contro i ricchi è stata imbastita, in realtà, per spennare l'economia più ampia, che nel suo complesso vanta più risorse monetarie rispetto ai paperoni. Le persone comuni riescono ad intravedere i carri bestiame, ma pensano che non saranno utilizzati per loro. Pensano che la retorica delle tasse non funzioni nei loro confronti. Infarciscono i loro discorsi definendosi "cittadini" e "pagatori di tasse", e in tal modo pensano di ritenersi immuni da qualsiasi ritorsione fiscale e burocratica. Poi, un brutto giorno, verranno caricati di forza sui carri, scalciando e urlando furenti: "Ma io sono uno di voi, ho sempre creduto in voi!"

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  2. A me sembra che il "libero" mercato abbia fatto più schifo che altro. La realtà è chi vive di libero mercato vive di socialismo in rosa.
    Cos'è il socialismo in rosa?
    E' il socialismo per chi sta in alto e il capitalimo per chi ta in basso. Dati alla mano e fatti concreti se siamo così conciati lo dobbiamo a tanti motivi tra cui la "finanza creativa" che dal 2008 ad oggi ha fatto tante di quelle porcherie che ormai si è perso il conto, però lo stato "keneysiano" che viene rappresentato da una banca centrale a chi ha dato i soldi? Ai cittadini ? Alle imprese? No li ha dati alle banche che per poter ripagare ai debiti contratti con la speculazione hanno fatto altra speculazione cercando di coprire un buco usando un buco ancora più grande.
    Se ad oggi viviamo di tassi negativi è perchè le banche centrali stanno cosntringendo le banche "commerciali" a disfarsi della liquidità che hanno fagocitato a tassi concorrenziali e in grosse quantità (ZIRP + vari QE) e che invece di girare le linee di credito all'economia vera e alla domanda interna dei vari paesi l'hanno girata unicamente alla speculazione o alle grandi aziende che vivono unicamente di Export.
    In nome della "competitività" e del libero mercato si è cinesizzato un continente, anzi 2 l'Europa a cui al capo gli eurocrati, eletti da nessuno ma che decidono della vita di tutti, e gli USA che a furia di MADE in CHINA o altro paese dove l'unico socialismo possibile è quello per il capitale ha quasi totalmente smantellato il suo manifatturiero che insieme alla crisi deflazionistica del petrolio ci sta portando giustamente nel neomedioevo che viene alimentato da una pesante quanto intolleranbile ignoranza funzionale che colpisce le persone.
    Un esempio di ciò ci è visto ieri, quando gli italiani hanno votato (chi è andato a votare) secondo l'idea dei "bandierini" di Greenpeace (io preferirei chiamarli "greenpiss") che in nome di un ecologismo integrale fatto solo di movimenti anti-trivelle ma che non tiene conto dell'inquinamento fatto da altre attività, tra cui gli sversamenti a mare delle acque nere senza depurazione, stavano per decidere della politica energetica del paese agendo di pancia e non di testa.
    Un popolo così non necessità di democrazia come avveniva nell'antica Grecia ma di macellazione che si addice più ad un branco di ovini che a essere senzienti

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    1. Esattamente dove vede il libero mercato nella sua minuziosa quanto appropriata (per lo meno in alcuni specifici punti) analisi?.

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  3. Io sono e mi sento profondamente un Libertario, però quando leggo di un lieto fine dopo tutta questa lenta agonia che ci attende e che stiamo vivendo tutto sommato, non riesco proprio a capacitarmi. Non riesco a capire come dopo un grande default, un grande crollo, che investirà soprattutto lo stato nazione nelle sue fondamenta, possa esserci l'avvento della libertà; temo purtroppo che al grande crollo seguiranno grandi miserie e grandi repressioni, stiamo andando verso un nuovo fascismo, mascherato da ideali farlocchi di uguaglianza e giustizia sociale e non saranno ascoltate un domani le voci a difesa delle libertà individuali.... insomma come disse Montanelli, sarà inutile aver avuto ragione in passato!

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