lunedì 4 gennaio 2016

L'istinto suicida delle banche centrali





di David Stockman


La situazione economica/finanziaria sta diventando semplicemente ridicola. I robo-trader stavano facendo festa per i 300 punti del Dow, dopo che Mario Draghi ha confermato d'essere un folle dal punto di vista monetario. E ora che la stampante monetaria cinese ha seguito l'esempio, si stanno accodando uno dopo l'altro.

In realtà, l'Europa è incagliata in una stagnazione economica perché il dirigismo statalista, la massiccia tassazione e gli esorbitanti costi di finanziamento del welfare state, hanno macinato le imprese e la loro produttività. Ma Draghi dice che è tutta colpa della Cina, e che risolverà il problema con una dose maggiore di follia monetaria:

Durante la conferenza stampa Draghi ha sottolineato che i "rischi di un ribasso" sia per la crescita economica sia per l'inflazione derivano dal rallentamento della crescita in Cina e in altre grandi economie in via di sviluppo, così come dai prezzi delle materie prime deboli.

Queste sono le parole di un uomo ottuso che è nato ieri. Cioè, si evince un modello economico secondo il quale ogni anno, mese e giorno della storia passata è praticamente irrilevante; e che, indipendentemente da come siamo arrivati al momento presente, la risposta è sempre la solita: intrusione della banca centrale nel sistema finanziario al fine di raggiungere un obiettivo d'inflazione del tutto fasullo al 2%.

In realtà, il cosiddetto rallentamento in Cina è la cosa migliore che sia mai successa all'Europa, come anche l'attuale bassa inflazione al consumo. E non c'è alcun mistero sul perché stanno accadendo queste cose.

La Cina e il resto del mondo hanno appena attraversato una baldoria del credito che ha condotto il debito globale da $40,000 miliardi nel 1994 a $225,000 miliardi di oggi. La Cina è stata in prima linea, sfoggiando negli ultimi due decenni un aumento del 56X nel mercato del credito totale (da $500 miliardi nel 1995 a $28,000 miliardi attuali).




Tali $185,000 miliardi di debiti hanno innescato un crack-up boom in tutto il mondo. S'è manifestato inizialmente con una massiccia espansione del debito al consumo negli Stati Uniti e in altre economie del mondo sviluppato, e con investimenti fissi in Cina e in altre economie emergenti.

Di conseguenza gran parte della crescita del PIL mondiale ($40,000 miliardi) mostrata nel grafico qui sopra, consisteva in acquisti di produzione e non erano guadagni sostenibili in termini di produttività e redditi percepiti.

Inutile dire che la parte di PIL gonfiata dalle infusioni di credito è scomparsa nell'istante in cui le famiglie nei mercati sviluppati non hanno più potuto impegnare le loro case per accendere nuovi prestiti e spendere il denaro in ristoranti e nuovi piani cucina; e i governi e le imprese dei mercati emergenti non non hanno più potuto prendere in prestito per costruire impianti siderurgici antieconomici, appartamenti di lusso vuoti o ponti verso il nulla.

Questo ciclo di crack-up boom ha comportato una monumentale deformazione globale in due fasi, ed è quello di cui blatera inconsapevolmente Draghi.

Durante la prima fase c'è stato un aumento della domanda globale d'energia, metalli e altre materie prime in eccesso rispetto alla capacità installata, facendo salire in tal modo i prezzi delle materie prime ed alimentando eruzioni periodiche dell'inflazione al consumo. Così il petrolio è passato da $20 al barile ad un picco di $150 durante la fase d'inflazione delle materie prime; e il rame è passato da $1 a $4 per libbra, mentre il ferro da $30 per tonnellata a $200.

Poi, nella seconda fase del crack-up boom globale, la drastica repressione finanziaria da parte delle banche centrali di tutto il mondo dopo la crisi del 2008 ha portato ad un massiccio eccesso d'investimenti e malinvestment nella capacità produttiva. Questo boom senza precedenti delle spese in conto capitale ha spaziato dalle nuove miniere di ferro in Australia alle patch di scisto nel Nord Dakota, alle acciaierie e alle auto in eccesso in Cina, alle capacità dei container e dei cargo delle compagnie di navigazione del mondo.

In realtà, questi massicci aumenti di capitale fisso e capacità dell'offerta in tutto il complesso globale/industriale non si sono affatto fermati, e ciò andrà avanti almeno fino a quando non finirà l'era dello Schema di Ponzi globale del credito (soprattutto in Cina). Di conseguenza i volumi di produzione stanno arrancando e stanno effettivamente diminuendo in molti settori, mentre gli elevati costi fissi degli impianti di produzione stanno conducendo ad un'ondata senza precedenti di riduzione dei prezzi all'ingrosso.

Il ciclo globale di crack-up boom è evidente se guardiamo il Bloomberg commodity index, che ora è precipitato al di sotto dei livelli del 2001. Infatti l'area sotto la linea del grafico divide quasi perfettamente le suddette due fasi, — con la fase di deflazione iniziata nel 2012.




Questo enorme slancio globale d'inflazione nelle materie prime, s'è trasformato ora in deflazione che viene inesorabilmente trasmessa lungo la catena d'approvvigionamento. Nel caso degli Stati Uniti, le ripercussioni sui prezzi della produzione di tutte le merci e i manufatti è chiaramente evidente nel grafico qui sotto.

Tra il 1995 e il picco del maggio 2014, i prezzi all'ingrosso negli Stati Uniti per tutti i prodotti sono aumentati del 70%, o del 3% l'anno. Allo stesso modo, il PPI per i manufatti è aumentato del 27% all'inizio del 2015.

Ora entrambi hanno invertito la rotta, mentre la fase deflazionistica guadagna slancio e si diffonde lungo la catena dei prezzi. L'indice all'ingrosso per tutte le merci è diminuito del 9% e quello della loro produzione è sceso dell'1% rispetto ai rispettivi picchi.




Detto in altro modo, il mondo ha avuto la sua quota d'inflazione al consumo nel corso degli ultimi due decenni. Ora è il tempo della vendetta, poiché la fase "dell'eccesso d'offerta" del crack-up boom globale soppianterà la fase "dell'eccesso di domanda".

In tale contesto, i consumatori della zona Euro non vengono privati di quello che i banchieri centrali ritengono che sia il loro diritto divino all'inflazione dei prezzi al consumo e alla continua erosione del potere d'acquisto dei loro salari. Infatti, l'indice dei prezzi al consumo della zona Euro a 118.7 a settembre riflette un tasso di crescita annuo del 2.1% sin dal 1996.




I ciarlatani che gestiscono la BCE, insieme a tutta la carovana di banchieri centrali del mondo, credono che questa storia non sia mai accaduta? Sostengono per caso che la NASA non sia mai andata veramente sulla Luna?

Pensano che esista un qualche principio economico strambo che richieda un'inflazione al consumo esattamente al 2.000% ogni anno, trimestre, mese e giorno?

Gente, il punto di vista di Mario Draghi sull'inflazione al consumo è solo l'ennesimo incantesimo rituale. Il tasso di variazione non dev'essere liscio come la pelle di un bambino per avere prestazioni economiche ottimali.

In realtà, il 2% d'inflazione è una proposta puramente religiosa che non è correlata alla prosperità di Main Street; non è affatto rilevante per gli aumenti della ricchezza reale.

Infatti la nenia di un'inflazione al 2% è talmente logora che dev'essere definita per quello che è veramente: una comoda copertura dei banchieri centrali di tutto il mondo per ottenere maggiori poteri. E sopravvive solo perché è funzionale agli interessi dei giocatori d'azzardo di Wall Street, dei politici di tutto il mondo e delle autorità fiscali.

Queste ultime hanno potuto innalzare pile infinite di debito pubblico perché i banchieri centrali l'hanno comprarlo col QE e hanno ridotto praticamente a zero il costo dei relativi carry trade. Allo stesso modo, per l'1% dei giocatori d'azzardo finanziari significa denaro gratuito attraverso carry trade da favola.

In breve, l'Europa, gli Stati Uniti, il Giappone, la Cina e la maggior parte del resto del mondo è in balia di una minuscola cricca di banchieri centrali assetati di potere. Se pensate che non stiano conducendo il sistema finanziario verso la madre di tutte le bolle, vi basta riflettere sulla seguente giustificazione enunciata da un funzionario della BCE:

Alla conferenza stampa di giovedì, il vice-presidente della BCE, Vítor Constâncio, ha elencato una serie di ragioni per cui un'inflazione debole prolungata, o una discesa sostenuta dei prezzi nota come deflazione, preoccupa i banchieri centrali e giustifica l'enorme stimolo monetario che molti hanno messo in campo. Secondo lui il calo dei prezzi potrebbe indurre i consumatori a rimandare gli acquisti se essi si aspettano che tale tendenza continuerà. Ha anche sollevato la questione dei costi legati al servizio del debito. Inoltre, ha osservato che le misure ufficiali dei prezzi al consumo potrebbero sopravvalutare la portata dell'inflazione.

Affinché la deflazione possa prendere piede, consumatori ed imprese dovrebbero attendersi prezzi costantemente in discesa. I banchieri centrali vogliono convincere le famiglie e i mercati finanziari che il tasso d'inflazione sarà pari al loro obiettivo di medio termine, nel qual caso descrivono le aspettative riguardo l'inflazione come "ancorate".

Draghi ha avvertito di un possibile "de-ancoraggio" delle aspettative se il tasso d'inflazione rimane basso per un lungo periodo di tempo, e in particolare se i prezzi del petrolio scenderanno ulteriormente. "Questi rischi sono aumentati e vogliamo essere vigili", ha detto.

Questa è solo spazzatura intellettuale. Solo 20 anni fa queste proposizioni avrebbero ricevuto un voto insufficiente anche in un corso introduttivo all'economia.

Quindi non c'è alternativa se non mettersi al riparo, perché l'ultimo rialzo nel mercato azionario si basa sull'oppio delle banche centrali.

Infatti, Mario Draghi ha confermato ancora una volta che i banchieri centrali del mondo hanno un desiderio di suicidarsi. A differenza dei giocatori d'azzardo che hanno acquistato le migliori 49 azioni di Cramer, il miglior modo di agire è quello di vendere, vendere, vendere -- e farlo ora.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


4 commenti:

  1. Ciao a tutti

    Questi folli disperati suicidano noialtri inermi e sottoposti. Come sempre accaduto, ed in modo sempre più palese negli ultimi anni.
    Il loro strapotere terminale ci schiavizzerà in modo inimmaginabile per le generazioni occidentali postWWII.
    Il crack-up boom deflazionistico in atto ed in arrivo svaluterà quasi tutto, dal loro fiatmoney in su.
    La vita umana già vale di più o di meno a seconda del luogo in cui vivi o sopravvivi (rendita di posizione geopolitica). Adesso pare che "inflazionando" le aree di guerra questi folli pensino di risollevare il loro criminale PIL e con questo si avrà una "deflazione" ulteriore nel valore della vita umana e maggiori QE di tragedie, massacri ed ingiustizie. Ed è grave che pensino ancora di controllare ogni inferno che scatenano e si illudano come facevano quelli delle guerre-lampo.
    Ma guardiamo più in basso lungo la loro piramide di disvalori materiali e morali.
    Ignoranza, insipienza, indifferenza, ignavia, incredulità ed irresponsabilità ci circondano, anche dove non ce l'aspetteremmo. Ed anche tanta stralogora ideologia novecentesca. Altrove, non lontano da noi, pare che si stiano armando a livello individuale in vista di tempi foschi e prossimi.
    Qua, invece, sembra di stare nella Polonia di pochi giorni prima dell'invasione nazista. E la propaganda governativa sembra quel colonnello iracheno che dal terrazzo di un edificio di Baghdad negava l'avanzata americana mentre alle sue spalle si scorgevano i primi carriarmati che entravano indisturbati in città.
    Credo che pregare per noi e per i nostri cari non sia fuori luogo.

    P.S.: e pensare che m'hanno accusato di millenarismo catastrofista protestante. Senza sapere che i massimi pensatori austriaci del XX secolo, Mises e Rothbard, erano ebrei....

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    1. Una osservazione da sviluppare insieme nel 2016.

      Ho scritto, di getto, della "loro piramide di disvalori materiali e morali" seguendo un percorso di riflessione personale, non ancora conclusa, cui avevo già accennato negli ultimi mesi del 2015. Ti ricordi Francesco quando parlammo di morale economica? E, d'altronde, parlando di azzardo morale...
      Secondo me, la piramide del "fiatmoney power" non è solo una piramide sempre più appuntita, a geometria poco variabile, fatta di posizioni di ricchezza-potere e conseguenti rendite di posizione, ma la considero anche un modello politico e socioculturale/comportamentale, e quindi valoriale, ben definito, non so ancora dire se progettato o piuttosto consequenziale (esempi: interventismo, materialismo, consumismo, arrivismo, socialismo degli oneri). Mi viene in mente, tra l'altro, la conferenza di gdb sulle modalità ben codificate di accesso, accademico e non solo, ai gironi interni o superiori del fiatmoney power fino ai vertici del grande piano NWO. Un percorso strutturato di conformismo.

      Scrivendo di "piramide di disvalori materiali e morali", però, mi sono ficcato nella non risolta questione etica del valore economico soggettivo, il motivo per il quale chiunque scambia con l'altro con reciproco profitto. Vi ha accennato Ebeling parlando dell'intervento di Rothbard alla conferenza del Vermont.
      Sono andato a leggermelo quell'intervento e... non è facile raggiungere una conclusione, se non che si devono scegliere governanti di buon senso economico e politico, liberali ed antistatalisti, e che sia molto meglio poterli controllare da molto vicino, piuttosto che lasciar loro il potere arbitrario di controllo da lontano e senza alcuna reciprocità (penso al mantra della pecora istituzionalizzata "tanto non ho nulla da nascondere", che non riesce a chiedersi "ma da nascondere a chi?" tanto si è affidata e deresponsabilizzata cedendo il principio del controllo reciproco tra governato e governante che, invece, era ben chiaro ai Padri Fondatori americani).
      Insomma, economicamente valori (e disvalori) soggettivi, ma un limite etico-filosofico oggettivo deve, probabilmente, esserci. Ed il problema si fa ancora più grande. La libertà propria che finisce dove comincia l'altrui e la regola aurea del non fare ad altri ciò che non si vuol subire mi sembrano punti non contestabili.

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    2. http://oll.libertyfund.org/titles/dolan-the-foundations-of-modern-austrian-economics-1976/simple#lf0724_head_020

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    3. Ciao Dna.

      Non è un caso se ho presentato al pubblico di Freedonia articoli collegati alla filosofia del downshifting, proprio perché ritengo si sia perso quel comparto auto-critico che rendeva inflessibile l'individuo nei confronti di comportamentii potenzialmente dannosi. LA propaganda ha inficiato e tramortito suddetto comparto, imposto l'individuo a dare una priorità di considerazione all'ambiente che lo circonda. Se, ad esempio, prima era felice avendo solo le cose basilari della vita e poteva essere addiruttra fiero d'essere povero, la sua percezione è stata tramortita dalla considerazione che l'ambiente aveva di lui. Non era più lui il proprio metro di giudizio, bensì sostituito dall'ambiente che lo circondava.

      Esternalizzando gran parte dei propri desideri all'ambiente che lo circondava, ha ceduto parte della sua volontà agli altri. Ciò ha facilitato il compito allo stato, il quale ha approfittato della situazione per imbastire un sistema sempre più tirannico. Per un po' ha funzionato. Per un po' il mito della ricchezza a tutti i costi e il sogno d'entrare nel gotha più illustre è quello che ha permesso alla pianificazione centrale di correre indisturbata. Qual era il problema? Le mode passano. E con esse la volontà degli individui di sottostare ai loro dettami. Lo stato, in particolare, s'è fatto paranoicamente affamato e ha relegato in gabbia la libertà individuale. Questa non è una condizione accettabile per l'essere umano... sia a livello conscio che inconscio. La nevrosi collettiva che pare aver colpito la maggior parte dell'umanità è dovuta principalmente ad una condizione individuale sottomessa che, sebbene tollerata inizialmente, alla fine urla per essere liberata.

      Queste manifestazioni son ben riconducibili ad invenzioni a cui abbiamo assitito di recente, come il Bitcoin. Oppure all'ammissione che l'evasione fiscale è il mezzo migliore per cotnrastare l'ingordigia dello stato. In quest'ultimo caso, ad esempio, si può notare il cambiamento più eclatante: l'evasione fiscale è una legittima difesa nei confronti di uno stato tirannico. Pochi avrebbero affermato una cosa del genere solo 10 anni fa. Eppure eccoci qui, ad assistere ad un'inversione che da tanto era attesa dagli amanti della libertà: dalla centralizzazione alla decentralizzazione; oppure, dall'essere influenzati dall'ambiente circostante al metro di giudizio individuale.

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