martedì 1 settembre 2015

Questo è l'inizio della liquidazione, non la fine

Sebbene ci siano molti utenti che continuano a pretendere una data precisa in cui questo castello di carte cadrà, questo blog non ne darà alcuna. Io non ne darò alcuna. Perché? Perché non ho la palla di vetro. Chi continua a richiedere insistentemente una data, non ha ben chiara la teoria Austriaca del ciclo economico. Ho scritto un libro a tal proposito per facilitarne la comprensione. Se, ad esempio, il vostro medico vi suggerisce di troncare col fumo per far del bene al vostro sistema cardiaco, sarebbe sciocco chiedere quante sigarette potete ancora fumare prima di tirare le cuoia. Nessuno lo sa. E' bene tenere a mente una cosa, quindi: non appena c'è una qualsiasi entità centrale che manipola artificialmente i risultati dei mercati, potete star certi che avrà luogo una correzione proporzionale all'intervento iniziale. Perché? Perché le entità centrali agiscono in base ad istantanee del mercato; quest'ultimo, invece, è guidato da forze dinamiche che rendono obsolete le istantanee di cui si serve l'entità centrale. La conoscenza decentrata all'interno dell'ambiente di mercato garantisce questo risultato; ciò è qualcosa che una commissione statale non potrà mai riuscire a capire o decifrare. Problema: sin dal 2008 sono state messe in campo misure senza precedenti per far sopravvivere l'attuale sistema economico. Gli errori si sono moltiplicati. Ciononostante ci sono parecchie teste di legno nei media mainstream che propagandano una ripresa avvenuta, quando invece si tratta solamente di una facciata la quale nasconde la stagnazione epocale che sta attraversando Main Street. Ma la cosa che nessuno fa notare è come la Yellen si presume che faccia "aumentare" questi tassi. In realtà, nessuno lo sa. Perché? Perché la FED sta bluffando. Non appena il Dow Jones chiuderà 1,000 punti sotto l'attuale trend, non tarderemo a vedere un nuovo intervento da parte dei banchieri centrali americani. Ma stavolta non sarà affatto come il 2008, i tassi sono già a zero. Allora probabilmente assisteremo allo scenario descritto dalla NYFED tre anni fa.
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di Bill Bonner


BALTIMORE, Maryland – Donald Trump è già sull'orlo della bancarotta?

Non lo sappiamo. Ma alla fine del primo trimestre gli investitori possedevano circa $24,000 miliardi in azioni. I prezzi sono scesi di circa il 10% sin da allora... lasciando i ricchi meno ricchi di $2,400 miliardi.

I titoli di stato sono pressoché aumentati. I junk bond sono scesi.

E l'immobiliare?

Ci vuole più tempo affinché reagisca. L'immobiliare non viene "marked to market" immediatamente. Acquirenti e venditori scoprono i prezzi lentamente.

La "ricchezza" creata nella Fase III del boom del credito degli Stati Uniti, era in gran parte falsa. È saltata fuori non appena la FED ha abbassato a zero il prezzo del denaro.

Il credito mal prezzato ha fornito ai giocatori d'azzardo, agli intriganti e ai clientelisti, i mezzi per manipolare i mercati e innalzare artificialmente i loro asset.

Ma ora…

Tutti quei lamenti e piagnistei riguardo il famoso "Un Percento" che si stava arricchendo...

Tutte quelle richieste di una maggiore regolamentazione e ridistribuzione per risolvere questo "problema"...

Tutti quegli sproloqui su come il capitalismo ha sempre reso i ricchi più ricchi ed i poveri più poveri...

Tutto uno spreco di tempo ed una frode. Il capitalismo è innocente. Questo è stato un lavoro interno – un crimine commesso dai clientelisti e da chi nel governo ha permesso loro di farlo.

È stato il loro escamotage non solo per sguazzare in migliaia di miliardi di dollari trafugati ad altri, ma anche per conservare potere, status e ricchezza accumulati nel corso degli ultimi tre decenni.

I politici non hanno avuto più interesse a risolvere questo "problema", non più di un lupo che vuole risolvere il problema di una grande presenza di pecore grasse. Ma non preoccupatevi, un mercato orso si prenderà cura della situazione!

Ieri il Dow è salito più di 400 punti... e poi ha invertito la rotta nell'ultima ora. Ha concluso la giornata giù di 205 punti, o dell'1.3%.

Non è una buona notizia per chi si aspetta un trend a V dopo la disfatta storica di lunedì scorso.

Chissà dove andranno ora le azioni. Ma è raro che i mercati procedano in linea retta. Invece, come un gatto con un topo, giocano con gli investitori prima d'infliggere loro il colpo di grazia.

Il nostro capo ricercatore del mercato azionario, Stephen Jones, si aspetta un declino del 50+% nelle azioni statunitensi: "Un evento che può iniziare entro i prossimi tre mesi."

Se ha ragione, siamo solo all'inizio di tale declino, non alla fine. Quello che abbiamo visto finora è stato solo il primo balzo del gatto.

Ma l'indicatore di Stephen è solo una delle tante idee diverse, ricerche e raccomandazioni che dovreste usare per formare una vostra opinione e prendere le vostre decisioni d'investimento.

E ricordate, questa è la Grande Guerra degli Zombie. Non è cominciata la settimana scorsa. Non finirà questa settimana.

Gli zombie... i loro alleati, i clientelisti... e i loro sostenitori nel governo stanno tutti lottando per proteggere ciò che non è loro. Vogliono conservare i loro guadagni illeciti. Non si arrenderanno facilmente.

Sin dal 1987 la FED si è impegnata ad usare il suo potere per sostenere i prezzi degli asset.

Dal punto di vista economico, non ha senso. Le banche centrali non hanno alcun modo per sapere quanto dovrebbero valere determinati asset. Né hanno alcuna ragione per voler far aumentare i prezzi delle azioni.

Come disse l'economista Austriaco Friedrich Hayek, la conoscenza economica è dispersa tra gli individui, non tra i tecnocrati del governo.

Attraverso il libero mercato, gli individui "scoprono" i prezzi degli asset; i professori della finanza presso il Federal Open Market Committee non sono tenuti a manipolarli attraverso interventi sul mercato.

Ma come la marijuana in un college, tutti lo fanno. Ecco che arriva la Banca del Popolo di Cina a distorcere i mercati del Regno di Mezzo. Come riferisce Bloomberg:

La Cina è tornata a tirare le sue leve... tagliando i tassi d'interesse per la quinta volta sin dal novembre scorso e abbassando la quantità di denaro che le banche devono mettere da parte.

Mercoledì il tasso sui prestiti ad un anno scenderà di 25 punti base, al 4.6%, ha riferito la Banca del Popolo di Cina sul suo sito web, mentre il tasso di deposito ad un anno scenderà di un quarto di punto percentuale all'1.75%.

FortuneMarkets di Trump scopre quanto vale un titolo in base ai guadagni attesi dalla compagnia. Manipolare i prezzi delle azioni non cambia questo fatto. Quindi tutto questo ambaradan è una truffa.

Ma i clientelisti amano questo sistema. Con i federali che sostengono artificialmente il mercato, i ricchi – i proprietari della maggior parte degli asset finanziari del mondo – possono correre più rischi e arricchirsi.

Hanno capito che non potevano perdere...

Ecco come Donald è diventato così ricco – facendo grandi scommesse sull'aumento dei prezzi degli immobili.

Trump è andato in bancarotta quattro volte. Fareste meglio a non fidarvi di lui consegnandogli le vostre finanze personali. Ma può essere l'uomo che guiderà il governo degli Stati Uniti. Ha l'esperienza che serve a Washington!

Il problema è che se gli americani sono alla ricerca di qualcuno con il tocco di Re Mida, la favolosa fortuna di Trump può trasformarsi dall'oro in scorie.

Le sue dichiarazioni pubbliche sono sottili, ma le sue pratiche di business – grandi scommesse, alta leva finanziaria – sono ben note. Durante l'ultima crisi è stato definito (da noi) "l'uomo più povero del mondo", con un patrimonio netto di MENO $100 milioni.

Chissà cosa succederà quando ci troveremo di fronte ad un vero e proprio crollo. Trump potrebbe dover dichiarare bancarotta una quinta volta!

Quando questa liquidazione si intensificherà, Trump, Wall Street e l'Un Percento perderanno soldi.

Il capitale fittizio dei federali tornerà laddove è uscito – dal nulla.

I ricchi non saranno così ricchi... i poveri (relativamente parlando) non saranno così poveri... e tutti i buonisti che blaterano d'ingiustizia, potranno tornare ad aggiornare il loro status di Facebook.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


5 commenti:

  1. E con questa notizia abbiamo la prova definitiva che le chiacchiere delle teste di legno della CNBC sono solo fumo destinato a confondere le opinioni degli individui. Non preoccupatevi, qualcuno monterà il nuovo video "Peter Schiff Was Right, part 2". Sono sempre più convinto che la storia si ripeta perché gli errori debbano essere corretti, quindi il loop di miseria in cui siamo finiti finché non ci sarà una pulizia dei mercati. Di conseguenza lo pseudo-effetto ricchezza a cascata spacciato dalla FED era l'ennesima balla, insieme ai suoi modelli econometrici sfornati da dottorati presumibilmente onniscienti e la sequela di previsioni errate: Low-Income Workers Have Nowhere Affordable To Live, New Report Shows.

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  2. Ciao Francesco,

    la tua introduzione potrebbe essere il soggetto di un nuovo film di Nolan sul tempo. Il paradosso tra la percezione falsata determinata dalla visione di un solo fotogramma o di alcuni fotogrammi isolati e la realtà di una intera sequenza senza soluzione di continuità. La tua metafora dell'incidente ferroviario al rallentatore.
    Oggi i media nostrani strombazzano i cosiddetti successi dell'interventismo governativo, l'ennesimo intervento: alcuni dati numerici generici ed isolati dall'analisi del trend pluriennale. Propaganda. Di basso livello. Basta guardarsi attorno.
    Ah, già, dimenticavo... Bisogna saper vedere. Ma molti sono ancora abbagliati. E qualcuno è proprio cieco.

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    1. Ma pensa se un medico dovesse seguire il modo di ragionare ed operare di quei due bc dell'articolo del 2012...
      Non sono sicuri neppure delle conseguenze dei loro deliri...

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  3. Ciao Dna.

    A tal proposito vorrei spenderci due parole, proprio sui dati riguardanti l'occupazione italiana. Spero che la maggior parte dei lettori del mio blog sia accuratamente vaccinata contro le sparate sensazionalistiche che vengono spacciate dai mulini della propaganda del governo italiano. Di conseguenza, spero vivamente che i dati recenti sfornati dall'Istat, e poi pescati a caso dal capo-clown del parlamento per auto-elogiarsi sulla base di una legislatura fondata sul nulla, siano stati presi con le pinze. Innanzitutto, come mostrato in questo grafico, siamo ben lontani dal picco pre-crisi degli occupati. Detto ciò, leggendo il comunicato, scopriamo che l'incremento degli occupati riguarda maggiormente gli ultra-cinquantenni che, come sottolinea l'Istat, sono tornati sul mercato del lavoro per "ammortizzare" l'aumento dell'età pensionabile. Inoltre, a differenza delle giovani leve che hanno parcheggiato la mente nelle sale universitarie presumendo che il mercato si adeguasse alle loro competenze teoriche, queste persone hanno una maggiore esperienza pratica. Nel periodo economico critico in cui ci troviamo, dato l'alto livello di burocratizzazione e la necessità di produttività da parte delle imprese, si predilige l'esperienza ad una mancanza di basi lavorative in accordo con la domanda di mercato.

    In secondo luogo, prosegue l'incremento dell'occupazione a tempo parziale: "[...] Ininterrotta da cinque trimestri, prosegue l’incremento del numero di dipendenti a termine (+3,3%, 77 mila su base annua) che coinvolge soprattutto gli uomini, le regioni del Mezzogiorno e l’industria in senso stretto. L’incidenza dei dipendenti a termine sul totale degli occupati sale al 10,7% (era 10,4% un anno prima)."

    In terzo luogo, aumentano gli inattivi raggiungengo quasi i massimi da un anno a questa parte (come possiamo osservare da quest'aotr grafico). Se questa è la ripresa che i pianificatori centrali immaginavano per Main Street, allora bisogna davvero temere la prossima recessione.

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    1. Ciao Francesco, volevo solo aggiungere che se aumentano queste fantomatiche assunzioni (in Italia), indeterminate o no e il pil rimane al palo, qualche calcolo non funziona: o sono pochissime, o regolarizzano dei precari o riassorbono cassaintegrati....grazie per la pazienza

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