giovedì 24 settembre 2015

Il ritorno della guerra degli zombie

La guerra degli zombie non solo viene alimentata dal credito facile, ma anche da una domanda artificiale per beni e servizi che in realtà nessuno vorrebbe. Sfruttando quella legge economica secondo cui "al calare del prezzo la quantità domandata aumenterà", i pianificatori centrali creano un'illusione di ricchezza stimolando artificialmente i desideri degli attori di mercato. Stimolo di un consumo delle risorse presenti a scapito del futuro, perché tale stimolo avviene attraverso il credito fiat e non attraverso una produzione di ricchezza reale. Le bolle finanziarie sono l'esempio eclatante. Fondano il loro successo temporaneo su una domanda artificiale e su un consumo sfrenato. Sono cose, quindi, che in realtà nessuno vuole, ma di cui si lascia abbindolare a causa del prezzo basso. Che si tratti di azioni o immobili, la falsificazione dei prezzi crea una domanda artificiale per questi beni che si fonda sostanzialmente sull'acquisto e sulla vendita ad un prezzo maggiorato. Quando la bolla scoppia, infatti, i polli che vengono spennati rimangono con un asset che per loro in realtà non ha alcun valore e che hanno pagato una fortuna. Questi polli si vedranno pignorare l'asset e rimarranno con un pugno di mosche in mano. Durante una bolla gli asset gonfiati valgono di più perché gli investitori giudiziosi restano ai margini, e tornano in partita quando la bola scoppia. Così è accaduto nel 2008, quando migliaia d'investitori sono entrati nel mercato immobiliare e hanno comprato case a prezzi stracciati e poi le hanno date in affitto. Grazie al loro rating di credito puro e non intaccato dalla baldoria precedente, hanno potuto accedere al credito, ristrutturare una casa e poi ripagare il finanziamento affittando a quei polli che avevano usato la propria casa come bancomat durante la bolla immobiliare Greenspan/Bernanke. È una buona opportunità d'investimento, e di certo è nettamente migliore del mercato azionario. Per chi vive negli Stati Uniti, ad esempio, questo è un buon momento per accendere un mutuo a tasso fisso, comprare una casa a poco, ristrutturarla e poi affittarla. Con l'inflazione dei prezzi in agguato, il suo debito sarà un fardello più leggero.
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di Bill Bonner


PARIGI – Stiamo monitorando tre cose in quello che ormai è diventato una sorta di mondo disarticolato – le azioni degli Stati Uniti, le azioni cinesi e l'oro. Nessuna s'è mossa in modo significativo ieri.

Quindi torniamo alla Grande Guerra degli Zombie.

Iniziamo col dire che non sappiamo mai cosa succederà domani. Nessuno lo sa.

Tutto quello che possiamo fare è aprire gli occhi e guardare... da un lato, poi dall'altro... attraverso il vetro scuro... senza malizia e con un sorriso ironico sul nostro viso.

Detto questo... la Grande Guerra degli Zombie è una nostra invenzione.

Descrive le forze coinvolte e ciò che c'è veramente in ballo.

Ad esempio, perché c'è una lotta così disperata per mantenere gonfiata la bolla del credito? Perché non lasciare che esca un po' d'aria e consentire una discesa ai prezzi degli asset?

Perché da un lato ci sono forze – zombie, clientelisti e federali – che vogliono dire agli altri cosa fare e vogliono vivere a loro spese. E spendere soldi che non appartengono a loro è uno dei modi in cui lo fanno.

Dove prendono i soldi?

Dalla creazione del credito – che le banche centrali possono influenzare (ma mai controllare completamente) mediante la manipolazione dei tassi d'interesse.

Ma chi c'è dall'altro lato di questa lotta?

"Individui onesti e laboriosi", potremmo dire. Ma non c'è bisogno che siano particolarmente laboriosi. A molti non cala mai nemmeno una goccia di sudore.

E onesti?

Non necessariamente. Potrebbero mentire sulle tasse, o alle loro mogli; non lo sappiamo.

Tutto quello che possiamo dire con certezza è che non sono zombie, clientelisti, o federali.

Tra l'altro c'è un sacco di gente laboriosa e onesta – tra cui alcuni nostri cari lettori – che si trova nella categoria degli zombie, seppur non per colpa loro.

Per esempio, le persone che ora stanno raccogliendo i benefici della previdenza sociale, o del Medicare/Medicaid, al di là di quello con cui hanno contribuito.

In piccola misura, anche una persona che lascia la sua auto in un posto auto per disabili, sta godendo di un privilegio da zombie: qualcun altro è stato costretto a preparare il posto.

Anche insegnanti, vigili del fuoco, militari, medici, commercialisti – una vasta gamma di persone che lavora duramente e porta a casa una giornata di lavoro onesto – possono essere zombificati.

Vale a dire, il loro lavoro può essere inutile, improduttivo, o ingiustificatamente caro grazie all'intercessione dello stato.

In molti casi, in assenza di un mercato attivo per i loro servizi, è impossibile saperlo. Un insegnante di scuola pubblica può fare un ottimo lavoro, per esempio, ma potrebbe godere di una paga inferiore rispetto al suo pari in una scuola privata.

Potremmo dire che è un "mezzo zombie".

Quindi cerchiamo di non farne una questione personale. Consideriamo invece la natura del sistema.

Nella sua rubrica fissa sul Sunday Telegraph, l'economista e amico Liam Halligan di recente ha preso di mira un nuovo libro che sta facendo faville in Gran Bretagna, PostCapitalism: A Guide to Our Future.

E' qualcosa che non vorremmo leggere. Già dal titolo possiamo affermare che si tratta di un libro privo di senso.

Fraintende il capitalismo sin dall'inizio. L'autore – Paul Mason, direttore di Channel 4 News – sembra pensare che si tratti di un sistema preciso, le cui regole e i cui principi possono essere migliorati.

Mason scrive che possiamo "salvarci dalle turbolenze socio-economiche e dalla disuguaglianza andando oltre il capitalismo". L'autore prende quindi il suo posto nella lunga fila di ficcanaso, bulli e pseudo-miglioratori del mondo, che pensano d'essere più intelligenti di tutte le altre persone del mondo messe insieme.

Il capitalismo non è un "sistema" come la democrazia, o un gabinetto di compostaggio. Non è qualcosa che chiunque può progettare. Non è qualcosa che può essere migliorato consapevolmente.

E' il risultato – o dovrebbe esserlo – del libero mercato, il quale ingloba le intuizioni, il lavoro, le scommesse e la fortuna di milioni di persone in tutto il pianeta.

Migliorarlo?

Si potrebbe benissimo "migliorare" il prezzo delle azioni Wal-Mart o di un chilo di pesche.

Il capitalismo non è un sistema che si può prendere o lasciare, spezzetteralo in varie parti e lasciarne alcune in modo da renderlo più adatto alle proprie esigenze.

Il capitalismo è ciò che si ottiene quando si rispettano le regole della civiltà. Non uccidere. Non rubare. Non dire falsa testimonianza. Il resto probabilmente non importa, ma non ci siamo presi la briga di pensarci molto.

Gesù condensò le varie regole in soli due dettami: ama Dio e ama il tuo prossimo.

Lo studioso ebreo Hillel il Vecchio lo disse in termini che anche un bambino potesse capirlo: non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te.

Tutto il resto sono dettagli. Non si può amare il prossimo e rubare la sua roba. Se si segue questa regola, il capitalismo è quello che si ottiene. Non vi è alcun modo per migliorarlo.

Ma attenzione! Ci saranno sempre persone intelligenti con una buona idea – un'app chiamata Uber, ad esempio.

In questo modo potete viaggiare più facilmente. Conducente e passeggero sono monitorati dal sistema di Uber per fornire qualità e affidabilità ad entrambi.

E costa una frazione rispetto ad una corsa in taxi.

Se ai clienti non piace il servizio, non ne fanno uso.

Semplice, no?

Giusto? Onesto?

Il capitalismo non se ne preoccupa. E' qualcosa che riguarda compratori e venditori.

Aspettate! Possiamo migliorare questo sistema?

Sì, dicono i clientelisti.

Come?

Terminandolo!

Questo è quello che ha cercato di fare la polizia di Parigi. Abbiamo saputo che ora è illegale utilizzare l'applicazione Uber nella Città delle Luci.

E a New York, Bill de Blasio vuole limitare il numero di nuovi conducenti che Uber può assumere. Questo è il modo per rilanciare l'occupazione!

Nel frattempo Hillary Clinton, campionessa degli zombie e dei clientelisti di tutto il mondo, sta prendendo di mira la "sharing economy" – in cui innovazioni come Uber e Airbnb permettono alle persone di condividere e ridistribuire la capacità in eccesso senza alcun controllo top-down. Ha promesso la cosiddetta "linea dura" se verrà eletta presidente.

Ama il prossimo tuo – ma solo se dà un contributo alla campagna elettorale.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


1 commento:

  1. questo si (liberi comuni d italia no)

    http://pledge.freestateproject.org/share/

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