venerdì 1 febbraio 2013

Lo Svitato che Fornì a Milton Friedman la sua Teoria Monetaria

A proposito di piani folli, l'ultimo messo in campo dallo zio Ben è qualcosa di mai visto prima d'ora. E questo potrebbe essere quel trampolino che finirebbe per innescare un deficit quasi fiscale. Quello che ci ha portato su questa strada, comunque, è stato un lento processo (immaginate una biglia su un piano inclinato) di continua giustificazione delle operazioni dei banchieri centrali, e questo non esclude personaggi come Keynes e Friedman. Il piano attuale dello zio Ben è quello di acquistare asset per circa $85 miliardi al mese, principalmente bond del Tesoro USA. Se smettesse di acquistarli i tassi di interesse a lungo termine aumenteranno, i tassi dei mutui aumenteranno, il mercato immobiliare crollerebbe di nuovo. Ah certo, arrivederci anche alla patetica ripresa paventata dai media mainstream. Ora, questo piano sta entrando in azione. L'unica politica che lo zio Ben conosce è questa: inflazione monetaria. Exit strategy? Per faaaavore! Non sa nemmno mantenere una patina di stabilità. La vera exit strategy dello zio Ben è solo una: la fine del suo termine come Presidente della FED. (Poveraccio chi lo sostituirà.) Però su una cosa Friedman aveva ragione, qualsiasi programma temporaneo avviato dal governo sarà permanente. Stessa cosa per le politiche della banca centrale.
_________________________________________________________________________________


di Gary North


Nel mio articolo sul dirottamento dell'elicottero monetario di Milton Friedman, l'ho messo a confronto con Murray Rothbard. Questo ci riporta alla battaglia dei loro rispettivi mentori mezzo secolo prima: Irving Fisher e Ludwig von Mises.

Fisher fu l'economista più influente e più eccentrico della storia americana. Propose una formula semplice che permetterebbe agli economisti di capire la complessità della politica monetaria e dei suoi effetti sul livello dei prezzi: MV = PT. Si basa su un costrutto intellettuale, vale a dire, il livello dei prezzi. Deve essere creato da statistici ed economisti. La formula non spiega causa-effetto in termini di trasmissione e diffusione del denaro in tutta l'economia. Si basa su un concetto di aggregati. Ignora le persone che prendono decisioni: nel governo, nelle banche centrali, nelle banche commerciali e in mercati specifici.

La teoria sul denaro di Ludwig von Mises inizia con le banche centrali, i mutuatari reali, e la diffusione della moneta fiat nel tempo: nessuna di queste cose viene presa in considerazione da Fisher e Friedman.

Nel 1929 Fisher dimostrò che era il buffone economico più istruito in tutto il mondo. Rese pubbliche due sue previsioni.

"Potrà esserci una recessione nei prezzi delle azioni, ma non si tratterà assolutamente di un crash." (New York Times, 5 Settembre 1929)

"I prezzi delle azioni hanno raggiunto quello che sembra un plateau permanente. Non credo che ci sarà presto un'oscillazione di 50 o 60 punti dai livelli attuali, come hanno previsto (i ribassisti). Mi aspetto che il mercato azionario salga di più nel giro di pochi mesi." (17 Ottobre 1929)

Poi, nei quattro anni successivi, perse la sua fortuna personale. Era così povero nel 1933 che l'Università di Yale dovette provvedere a pagargli un alloggio. Eppure questo sciocco, le cui teorie economiche lo hanno portato ad una catastrofe personale e sono state in gran parte responsabili delle politiche monetarie della Federal Reserve alla fine degli anni '20, è ora acclamato come una sorta di genio economico. Friedman lo considerava come "il più grande economista degli Stati Uniti." (Money Mischief, pag. 37).

Fisher era uno squinternato, e Mises lo mise alla berlina come tale dopo un anno dalla pubblicazione del suo libro del 1911. Se volete farvi un'idea di quanto siano diverse le loro teorie, leggete l'articolo di Mark Thornton. Fisher riteneva che potessimo tranquillamente riporre fiducia nel governo, o nella sua banca centrale, per formulare la politica monetaria. Si oppose al gold coin standard perché pensava che fosse inefficiente. Anche Friedman era d'accordo. Nessuno dei due ha mai capito che il libero mercato è in grado di fornire una quantità di denaro sufficiente, attraverso le miniere d'oro, ad un'economia di mercato. Domanda e offerta di beni e servizi sono regolati da un sistema di valute private che viene alla luce da processi di mercato. Né Fisher né Friedman ci credevano. Entrambi pensavano che il governo dovesse intervenire al fine di creare un sistema monetario affidabile, in modo che ci potesse essere crescita economica, processi di compensazione e libertà individuale. Entrambi credevano nella saggezza e nel potere dello stato per quanto riguarda la merce cardine in un'economia, ovvero, l'offerta di moneta.



TUTTO QUESTO E ANCHE L'EUGENETICA

Fisher era uno squinternato anche in altri settori. Era un grande promotore dell'eugenetica. Voleva la regolamentazione scientifica dei matrimoni e delle nascite in modo da promuovere l'influenza della razza bianca. Nel 2005 Thomas Leonard portò questo fatto all'attenzione degli economisti mainstream sul The Journal of Economic Perspectives in un articolo sul movimento Progressista e l'eugenetica. Citava dichiarazioni di Fisher del 1907: "Il mondo è costituito da due classi – gli istruiti e gli ignoranti – ed è essenziale per il progresso che i primi possano dominare i secondi... [Una volta] compresa la correttezza di questa posizione, scorgeremo un panorama quasi sconfinato per un eventuale miglioramento umano." Citava il libro di Fisher sull'economia.

Nella seconda metà dell'Era Progressista, idee come il suicidio della razza e le relative soluzioni eugenetiche avevano sufficienti risorse per apparire nei libri di testo di primo piano. In Elementary Principles, Irving Fisher (1907, pag. 715) dichiarò che "se la vitalità o il capitale vitale venissero compromessi da riproduzioni peggiori con una relativa cessazione di quelle migliori, non si potrebbe immaginare una calamità più grande." Fortunatamente, disse Fisher, l'eugenetica veniva in nostro soccorso, "con l'isolamento in istituzioni pubbliche e in alcuni casi con l'intervento chirurgico," per evitare la cosiddetta calamità della "macchia ereditabile."

Ha anche notato un altro collegamento. "Molti sostenitori dell'eugenetica erano anche degli statistici. Francis Amasa Walker, Richmond Mayo-Smith, Irving Fisher e Walter Wilcox erano tutti esperti di statistica, per formazione e/o inclinazione. Consideravano la rilevazione e l'inferenza statistica come il modo della scienza di imporsi nelle scienze sociali." Fisher fu il co-fondatore dell'American Eugenics Society.

Fu solo in seguito che i nazisti cominciarono ad adottare politiche eugenetiche, le stesse che erano state sperimentate negli Stati Uniti prima della Prima Guerra Mondiale, che Fisher aveva sostenuto a gran voce e che infine lo stesso Fisher decise di non divulgare esplicitamente: politicamente scorretto. Così, rimase in silenzio. Ma non cambiò il suo punto di vista sulla questione.

Era uno svitato sull'eugenetica. Era uno svitato sull'investimento imprenditoriale, e doveva essere soprattutto questa inettitudine che avrebbe dovuto convincere le persone della sua incapacità di ragionare sulla questione monetaria. Ma ai giorni nostri, soprattutto grazie a Friedman, questo economista squinternato è tornato alle attenzioni del pubblucio. Ciò indica la misura in cui la gente accetta certe idee: non sulla base del loro potere intrinseco, ma sulla base del parere dell'establishment. Ai giorni nostri, la politica fiscale Keynesiana suggerisce di avere deficit in tempi di recessione e l'unico modo per farlo, secondo il parere degli economisti moderni, è fare affidanemnto sull'inflazione monetaria della banca centrale affinché compri debito del governo in modo da mantenere bassi i tassi di interesse. Mentre i Keynesiani andavano alla ricerca di scuse per una politica di denaro facile, sono tornati (come i cani tornano dal loro vomito) alle politiche monetarie consigliate da Irving Fisher negli anni precedenti alla Grande Depressione.

Fisher sembrava scientifico. Aveva questa formula. Aveva idee per creare indici di numeri. Sembrava tutto così logico. Tutto quello che serviva era un governo gestito da persone che comprendessero queste formule e che si fossero attenute a politiche di stabilità dei prezzi, ovviamente misurati dalle statistiche del governo. Avremmo quindi potuto avere una crescita economica positiva. Non ci sarebbero mai più stati mercati non ripuliti, perché il governo sarebbe stato lì a garantire la regolare espansione del denaro. Il governo era un salvatore secondo Fisher, sia nel settore monetario che in quello genetico.

Perché Milton Friedman gravitasse intorno agli scritti di questo pazzo razzista, è uno dei misteri del movimento libertario. Lo riportò letteralmente in vita e le sue idee sul denaro sono state raccolte dai Keynesiani, e modificate di conseguenza. Invece di fornire una costante crescita monetaria, usano il suo elicottero per finanziare a prezzi stracciati gli IOU del governo federale.



CONCLUSIONE

Tutto il genio di Friedman non fu sufficiente a proteggerlo dalle idee di Irving Fisher. Entrambi non avevano fiducia nel libero mercato come mezzo per arrivare ad un sistema monetario affidabile. Per difendere le loro posizioni, entrambi invocarono formule, costrutti statistici e dati statistici forniti dal governo. Questa fede mandò in bancarotta Fisher. Nel caso di Friedman, ha portato al dirottamento della sua metafora dell'elicottero, la quale è stata utilizzata dalla FED per giustificare l'espansione della base monetaria attuata nel 2008 e negli anni successivi. Per i Keynesiani ed i burocrati stipendiati della Federal Reserve è stato imposssibile dirottare la teoria moentaria di Ludwig von Mises. Ma se la Federal Reserve avesse adottato la politica di Mises, avrebbe chiuso le sue operazioni ben prima che iniziassero nel 1914.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


11 commenti:

  1. oggi north piu tenero con friedman. d altra parte anche keynes era fan dell eugenetica.
    quando si dice consociativismo.
    interessante la complicita con la statistica. ecco l origine, un po alla darwin de noantri, dei macroaggregati. sen ci ha provato, proponendo alternative al pil, a ha solo cambiato da preferenze numeriche a preferenze politiche. come se fossereo per tutti le stesse. ma le preferenze individuali?

    RispondiElimina
  2. Nel lassez-faire c'è molto ottimismo negli uomini. Nei risultati dei loro scambi liberi. Gli errori vengono condannati, i meriti vengono premiati. In ogni caso, ciascuno opererà cercando la soluzione che ogni volta riterrà migliore. E chi sbaglierà avrà ancora la possibilità di rifarsi, mentre chi indovinerà, perché meglio avrà visto, potrà ulteriormente prosperare.
    Non conta perciò qualsiasi tipo di appartenenza. Nessuno ti dirà come dovresti comportarti. Basta che sei sveglio e capace di incontrare i bisogni altrui. Non dovresti avere limiti, se non quelli della correttezza nei confronti del prossimo, pena il tuo fallimento.

    Qualsiasi pianificazione è invece pessimista nei confronti degli uomini e delle loro azioni. Ed il pessimista, che presume di conoscere come dovrebbe andare la realtà, per quanto abbia esperienze da portare a sostegno della sua convinzione, immaginerà o metterà in pratica sempre disposizioni del tipo bastone-carota: direzione paternalistico/coercitiva e contentino rassicurante (il tuo bene è solo il bene comune... che stabilisco io, però, e vedrai che ti convincerò fin da piccino a cedermi un po' alla volta il tuo libero arbitrio).

    Tutto il positivismo che ha intriso metà dell'800 e l'inizio del '900 era pessimista nei confronti del genere umano ed ottimista nei confronti del progresso tecnico-scientifico dell'industrializzazione ed illuso di esser giunto (anche allora) alla fine della Storia: l'Occidente della tecnica (Giappone occidentalizzato compreso) è il progresso (l'ultimo stadio o comunque quello più avanzato dello sviluppo umano) e perciò può e deve dominare il pianeta (colonialismo) ed è legittimato ha dominare (razzismo fino all'eugenetica) chi non ha raggiunto lo stesso livello tecnico-scientifico (dall'Africa all'estremo Oriente: la Cina mandarina). Le conseguenze estreme, ovvie e tragiche del secolo statolatrico le conosciamo.

    Ed ecco che si ritorna all'errore denunciato dal geniale Prof.Mises: la ragione umana pur grandiosa non può afferrare l'imprevedibilità dell'azione umana. Non può pertanto applicare il metodo della fisica e della statistica e delle scienze naturali allo studio dell'azione umana. La prasseologia è il metodo della scienza sociale chiamata economia: il sapere sugli scambi sostenuti dal libero arbitrio individuale.

    Mi sono lasciato un po' andare con le riflessioni. Spero di non aver scantonato troppo.

    RispondiElimina
  3. ottima ricostruzione andre. purtroppo, almeno per questo periodo storico,mi schiero tra i pessimisti anch io: sono abbastanza pessimista verso gli uomini da pensare che i pessimisti pianificatori sono la maggioranza

    RispondiElimina
  4. Oggi, forse in modo ancor più esplicito, è stato chiesto alla BCE di diventare la Fed europea. Pena la fine della moneta unica.

    Che dire? Al di là dello scoramento, potrei pensare che siccome siamo già nella guerra delle valute svalutande tanto vale (o svale) adeguarsi al peggio del peggio e vedere chi crolla per primo o chi saprà fermarsi per primo. Cinismo assoluto. Disprezzo totale per le conseguenze. Se lo fa Obama e lo fa Abe, facciamolo anche noi eurofurbi per non fare i fessi.... Mamma mia!!!!

    Non mi faccio illusioni manco io, caro gdbarc. Soluzioni individuali. Unica chance.
    Si vede che deve andare così. Inutile fare le Cassandre frustrate. Un mondo di carta colorata finirà solo in coriandoli...

    RispondiElimina
  5. Ciao gdbarc.

    E non solo, Keynes aveva molti scheletri nell'armadio così come i Fabiani che frequentava. "Depravato" sarebbe un aggettivo riduttivo...

    ***

    Ciao Andrea.

    Le riflessioni sono le benvenute su questo spazio, aiutano a rendere chiari i concetti che si hanno in mente e aiuta i neofiti ad avere un quadro più completo del pensiero espresso dagli articoli. In più, mi piace la contrapposizione tra ottimismo e pessimismo (forse Schopenauer era un depresso perché è passato a miglior vita nella perenne attesa che lo stato trasformasse la natura nel paese di Cuccagna...). E credo che il pessimismo derivante dalla pianificazione è una sorta di input psicologico che cerca di invitare l'essere umano a cambiare atteggiamento; ovviamente, di coloro sottomessi alla rigidità della pianificazione centrale. Dovrebbero notarlo soprattutto quando i pianificatori centrali stessi infrangono le regole che essi stessi hanno giurato di far rispettare a tutti.

    Però quando cadono in errore, simbolo della loro natura umana, avanzano sotterfugi per creare uan sorta di eccezione che li esuli da quelle regole. La misticità della loro figura deve rimanere immacolata. E data questa aureola di superiorità possono dispensare libertà e regole a piacimento. Le persone "comuni" ne restano psicologiamente devastate e finiscono per diventare nevrotiche.

    Ed ecco che interviene lo stato "buono" a regolamentare e irrigidire ulteriormente la vita delle persone, cosa che sfocia in sfoghi di follia aggiuntivi. Quello che la maggior parte degli individui non vede è l'infondatezza della questione "stato buono": è un giudizio morale soggettivo. Cosa significa buono?

    Gli uomini vivono in gruppo e sanno "istintivamente" che ci sono delle regole. Se le danno, senza molti problemi e le fanno rispettare a chi non vorrebbe.

    Le regole per la convivenza si riassumono in una soltanto: il principio di non aggressione. Non sta scritto da nessuna parte che solo lo stato abbia la capacità di intervenire laddove tale principio viene infranto. Piuttosto è la sua distanza dall'individuo, ovvero la necessità di soddisfare le più disparate esigenze, spesso in contraddizione tra loro (es. la disparità di trattamento tra cittadini e politici), a garantirne l'inefficienza.

    RispondiElimina
  6. Una nota di ottimismo c'è nell' articolo e nella storia di Fisher. Finì male seguendo le sue idee sbagliate.
    Seguendo quelle giuste apprese ed assimilate qui dovremmo cavarcela meglio. Forse molto meglio.
    E pare che ci siano anche discrete opportunità in questi giorni... opportunità gialle e grigie.

    RispondiElimina
  7. Mi piace riportare qui questo consiglio austriaco tratto da http://johnnycloaca.blogspot.it/2011/08/temete-il-boom-non-il-bust-2.html

    "(...) non fatevi fuorviare da tutte le illusioni causate dall'aumento dell'espansione di denaro, non importa quanto possa essere in voga. Le immutabili leggi dell'economia prevarranno. Non possono essere abrogate, non importa quanto un governo possa essere lusinghiero, coercitivo e perfino pauroso. Non fatevi influenzare dalla propaganda del governo per cui i tassi d'interesse a zero e la spesa a deficit hanno curato l'economia, e che è sicuro e persino patriottico "investire nel futuro". Questo è un tempo per conservare ricchezza e capitale, in modo che la società abbia qualcosa su cui costruire quando l'interventesimo economico finirà il proprio corso e le persone saranno disperate abbastanza da, ancora una volta, dare una possibilità alla libertà."

    RispondiElimina
  8. beh se dovessimo giudicare lo stato da come gestisce le sue funzioni....
    ma si è posto come insostituibile, solo migliorabile ma, non solo buono,addirittura sacro: bandiera, inni, reati, musei e retoriche varie...
    e chi propone la secessione è un delinquente.
    l apologia cinematografica di lincoln come si mette con quella di braveheart?
    ps chi era francesco quel capo indiano che hai citato ultimamente di quella storia che se si levava il veleno che inqunava gli animi allora le persone sarebbero tornate alla normalita?

    RispondiElimina
  9. Giusta osservazione Andrea. Una nota di "ottimismo" potremmo coglierla anche noi dalla recente spesa del governo italiano. Guarda a che ammontare è arrivata qui dalla colonna di destra.

    Keynes diceva che incrementava la crescita economica. Lo pensa anche Obama. Lo pensano anche idirigenti italiani. Cosa potrebbe andare storto? :D

    ***

    A tal proposito, gdbarc, voglio offrirti un esempio recente per comprendere come la maggior parte degli individui sia noncurante o chiuda gli occhi su come lo stato la truffa. A parte le tariffe taroccate al ribasso per molto tempo e ripreso le perdite dalla fiscalità generale, ora si dice che il 7% abrogato in bolletta debba essere ridato ai cittadini.

    Peccato che non si nota che tutto quello ridato al cittadino poi viene perso nel modello 730 unico. Poi lo stato stesso dà alle società pubbliche, che gestiscono il ciclo integrato dell'acqua, circa €27 miliardi l'anno... a fondo perduto.

    Infine, per quanto riguarda la discussione sugli indiani, in quel commento parafrasavo in realtà una battuta tra Kris Kristofferson e Ernest Borgnine in Trincea d'Asfalto. :-)

    RispondiElimina
  10. Quindi la cosa migliore da fare per fermare il declino del proprio potere d'acquisto (unica mossa politica di vera resistenza attiva contro tutti i nostri politicastri fautori dell'interventismo in campo economico-finanziario) è quella di imitare, mutatis mutandis, il grandissimo Ron Paul.
    Non tutti sanno che Ron Paul è anche un investitore di successo. In cosa investe il buon Ron oltre che in oro ed argento? In compagnie minerarie che estraggono oro ed argento.
    Il risultato del suo portafoglio è strabiliante. Le distanze dallo "zombificato" S&P500 sono siderali :

    S&P 500 - 5 YRS = - 9.12 %
    RonPAUL AVG - 5YRS = + 81.03%

    S&P 500 - 10 YRS = - 0.88 %
    RonPAUL AVG - 10 YRS = + 547.32 %

    RispondiElimina
  11. Per chi volesse saperne di più sul portfolio di Ron Paul può guardare qui: An Inside Look at Ron Paul's Portfolio.

    RispondiElimina